L’uso spregiudicato dei prefissi è una malattia del rock, di musicisti, critica e pubblico. Quando qualcuno, a fine anni ’70 non usò la parola revival per i gruppi che si rifacevano in salsa aggressiva ai catacombali dischi di Nico, coniò invece l’insulsaggine di post punk. Ci pensò il decennio dopo a definire quei gruppi dark,
Mentre la musica rock italiana affonda nel dibattito su quale moda seguire pur di non tornare alla classicità, in altri paesi le cose vanno diversamente. La Russia, con i pietrogradesi Transnadežnost’, ha dato l’avvio ad un recupero di suoni, dinamiche, etica ed estetica neoclassiche, con potenziali dialoghi con ogni tipo di stile. Etichettati nei modi
Tutti vogliono bene a Paul Simon e ai Wishbone Ash della prima metà degli anni 1970. È stato questo il pensiero di Biff Byford per interpretare in questo disco due canzoni incise da questi artisti? Solo questa può essre la spiegazione analizzando i fatti: in un mercato più che inflazionato di uscite, può essere questa
Kvelertak: stretta alla gola. Splid: discordia. Ecco le traduzioni di nome del gruppo e del disco. I soloni dell’indie e del black norvegese li insulteranno senza requie: bene, vuol dire che qui c’è odore di qualità. I Kvelertak sono un gruppo nato per unire ma che finora ha diviso un pubblico intontito da decenni di
O lettore, prendi un foglio e traccia un triangolo equilatero. Sui vertici scrivi i seguenti nomi: Dream Theater, Marillion, Spock’s beard; sui lati poni Tiles, Enchant e la dicitura “anni 1995-1999”; al centro, i Mangala Vallis. Gigi Cavalli Cocchi è un buon professionista ed è la guida di questo gruppo che è suo da sempre.
Stefano Lazzari ha fatto una scommessa e l’ha vinta: affrontare il panorama putrescente odierno con qualcosa che possa piacere pur essendone sideralmente opposto. Il suo lavoro sofisticato è quello che serve per avvicinare molte persone (esperte di musica o meno) verso panorami oggi inusitati. Ci vuol poco perchè una campagna pubblicitaria orchestrata a dovere lo
RECENSIONE LIBRO Pasquale Boffoli è un uomo schietto ed anche un divulgatore di musica, le due caratteristiche fanno sì che i suoi scritti siano improntati in direzioni chiare e nette; non per questo gli manca il gusto dell’ascolto variegato e multiforme, ma proprio per questo le sue direzioni personali sono sempre improntate ad una matrice
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