PINKSHINYULTRABLAST
"Grandfeathered"
(Club AC30, 2016)
Al secondo disco il combo russo degli Pinkyshinyultrablast ha finalmente trovato un canale d’ascolto che li fa esprimere al meglio delle loro algidità shoegazer/psych, e Grandfeathered, il nuovo lavoro, anche se non si discosta molto dal precedente, emana una fusion luminosa, fredda e al contempo psicotica che si insinua tra sferragliamenti sintetici seghettati e melodie a “yo yo”, ricordi concreti di vertigini e ossessioni oltre il profondo nord.
Voci, echi e fiati che si disegnano e below zero noisey, accompagnano in toto la tracklist che è pervasa da elettronica e tecniche compositive dinamiche, un rilassamento “teso” che è destinato a dilatarsi ogniqualvolta si cambia traccia; magari una pecca si nota, come la forzata ripetizione di passaggi corali femminili, ma è un peccato veniale al quale la band di San Pietroburgo si abbandona volutamente e che viene ulteriormente perdonato da un ascolto “preso” dal tutto e per tutto.
Otto tracce a cui il tempo non manca, grazie ai vocalizzi di sirene moderne di Glow Vastly, al waveing alla menta ghiacciata di Kiddy Pool Dreams, al pop raffreddato di The Cherry Pit o alle intermittenze gongolanti della titletrack, tutte capaci di far lega e massa da ascoltare con il loud a palla, una mente aperta ed un maglioncino a portata di mano.
Max Sannella