JOSH RITTER
“Heaven, Or Someplace As Nice”
(Pytheas Recordings, 2024)

Josh Ritter lo considero l’outsider per eccellenza. Quest’anno ha festeggiato i 25 anni di carriera ed è vicino al mezzo secolo di vita ma, nonostante una discografia corposa, non ha mai veramente sfondato. In un’epoca nel quale la musica è trattata come un prodotto da supermercato, forse, il suo essere rimasto un irriducibile songwriter fedele a se stesso è una tacca d’onore in favore di questo poeta dell’Idaho apprezzato in patria ma poco conosciuto in Europa. Eppure ai tempi di Hello Starling (2003) e del seguente The Animal Years (2006) la sua stella sembrava sul punto di esplodere quando si unì a Damien Rice per aprire i concerti del suo tour europeo del 2003 (passò anche in Italia da Milano per la sua unica apparizione nel nostro paese), divenendo molto popolare in Irlanda.

In tutti questi anni Josh Ritter ha alternato dischi dal suono tradizionale ad altri più sperimentali mantenendo un livello alto di scrittura che io paragono, senza paura di essere sbertucciato da alcuno, al grande John Prine. Solo un anno fa Josh Ritter pubblicava Spectral Lines, album che, già dal titolo, ci racconta un lavoro non di facile ascolto con atmosfere rarefatte e un uso consistente dell’elettronica, forse la sua opera più spiazzante degli ultimi 25 anni. Heaven, Or Someplace As Nice esce, in questo fine 2024, un po’ a sorpresa e, anche se con una struttura più tradizionale, ci consegna un disco altrettanto scarno accompagnato essenzialmente dalla sola chitarra acustica con alcuni interventi di pianoforte, qua e là, e con la presenza prestigiosa di Bill Frisell, in quasi la metà dei brani, ad impreziosire il tessuto delle canzoni.

Prodotto dal fedele Sam Kassirer, il disco è stato registrato dal vivo in studio, quasi senza sovraincisioni, in pochissimi giorni, mantenendo la freschezza e il sapore di quell’urgenza creativa che non andava arginata. Il risultato è un album che, nella sua brevità (poco più di mezz’ora), riesce ad emozionare e trasmettere la voglia di essere riascoltato più volte di seguito. Unico brano già conosciuto, dei 9 gioielli presenti in Heaven, Or Someplace As Nice, è la stupenda Only A River, canzone scritta insieme a Bob Weir nel 2016 per Blue Mountain, ultimo disco solista dell’ex Grateful Dead e recentemente (2023) suonata in concerto da sua maestà Bob Dylan durante il tour nelle date in Italia e Giappone.

Rocco Sfragara

 

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