THUMBSCREW
“Wingbeats”
(Cuneiform Records, 2024)

Thumbscrew, il progetto in trio capitanato dalla inarrestabile e prolifica Mary Halvorson, ritorna con questo lavoro di grande visionarietà, Wingbeats, battiti d’ali proiettati verso distese melodiche immaginifiche. È il susseguirsi di interplay tra i tre strumenti – chitarra, vibrafono e contrabbasso – rispettivamente della Halvorson, Tomas Fujiwara e Michael Formanek – a dare lo stimolo forte al movimento contrappuntistico del volo, fino a diventare un inseguimento circolare senza sosta di ciascun musicista verso l’altro tra parti scritte e improvvisate, come una sorta di “fuga” musicale in cielo. Lo stesso avviene anche quando Fujiwara siede alla batteria, che, come il contrabbasso, non è solo componente ritmica ma spinta propulsiva melodica.

I DL4 delay modeler della Halvorson, pedali di cui è divenuta pioniera, sono sempre il suo timbro distintivo personale, in ogni fraseggio e arpeggio e in tutte le combinazioni ed estensioni, senza mai essere ripetitivi e ridondanti, ma anzi conferendo all’ascolto la sensazione dell’onda elastica del suono che si libra e disperde verso lo spazio indefinitamente aperto. Sensazione contraria è quella che si avverte contemporaneamente, invece, dal vibrafono, la cui percussione restituisce indietro il suono a una dimensione corporea. Un gran finale arriva a sorpresa con l’ultima traccia, Orange Was The Color Of Her Dress, Then Blue Silk, nota composizione di Mingus che viene riletta, rielaborata e riattraversata, come in un fiume in piena, da cui la melodia del tema è sospinta ripetutamente senza mai essere la stessa.

Sergio Spampinato

 

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