JETHRO TULL
“The Château D’Herouville Sessions 1972”
(Parlophone Label Group, 2024)
“IL DISCO PERDUTO DEL 1972”
Il 15 marzo 2024 The Château D’Herouville viene pubblicato a sorpresa in una bella edizione autonoma, non legata dunque ad altra uscita come nel caso di Nightcap o dei 40 anni di A Passion Play. Antefatto: dopo il tour giapponese di luglio, nel settembre del 1972, i Jethro Tull si fermarono nei pressi di Parigi con l’intenzione di registrare un doppio album. Gli studi erano quelli denominati Chateau D’Herouville, che avevano già ospitato nomi celebri quali Elton John, Cat Stevens e Pink Floyd. Ma l’esperienza si rivela negativa per la band, che riesce a mettere su nastro solo 3 delle 4 facciate dell’album, senza neanche completare le linee vocali e quelle di flauto. Il lavoro verrà alla fine abortito e i Tull preferiranno tornare in patria per rifare tutto da capo, portando a termine un nuovo disco intitolato A Passion Play. Solo una minima parte del materiale inciso in Francia confluirà nel nuovo lavoro, ma le registrazioni originali rimarranno per anni chiuse negli archivi. Uno spezzone di queste riemergerà finalmente nel 1988 all’interno del box-set celebrativo dei 20 anni della band: Scenario, Audition e No Rehearsals. La gran parte di quelle registrazioni verrà poi pubblicata sul Nightcap, doppio CD di rarità, uscito nel 1993 in occasione del 25° anniversario dei Jethro Tull, con un flauto aggiunto per l’occasione. Infine, finalmente, le incisioni originali dello Chateau D’Herouville verranno pubblicate nel 2014 all’interno della “Extended Performance” di A Passion Play, con i consueti remix di Steven Wilson.
Si potranno così ascoltare le prime versioni di Only Solitaire e Skating Away On The Thin Ice Of A New Day, poi finite su Warchild del 1974, più le inedite The Big Top e Sailor. La sequenza dei brani ora è quella corretta e il suono di ottima qualità. First Post era un titolo già presente su Nightcap: ma in quel caso si trattava del brano tra quelli registrati in Francia a vedere solo la presenza del sassofono doppiato dal flauto, cui faceva seguito una fraseggio di chitarra acustica, ed era collocato come introduzione del CD. Nell’edizione del 2014 diviene invece parte di Animelee, breve strumentale dal sapore barocco. La track-list corretta è la seguente: The Big Top, Scenario, Audition, Skating Away, Sailor, No Rehearsal, Left Right, Only Solitaire, Critique Oblique (Part 1 & 2), Animelee (1st & 2nd Dance), Law Of The Bungle Part 1, Tiger Toon e Law Of The Bungle Part 2. Comincia in questo periodo l’interesse di Ian Anderson per il mondo animale messo a confronto con quello degli uomini. L’inizio di Sailor è quieto e vede il solo Anderson cantare accompagnandosi con la chitarra acustica, con un lieve rumore di vento in sottofondo. Come era solito fare in quel periodo, Ian accentuava i suoi accordi con rapide schitarrate, accompagnato solo in seguito dal resto della band. Il brano era già noto ai collezionisti, ma con una qualità del suono decisamente non all’altezza.
Il CD dedicato al lavoro precedente, A Passion Play, parve una sorta di miracolo che consentiva anche ai fan più giovani di ascoltare materiale dei primi anni ’70 del tutto sconosciuto: con il senno di poi, su Nightcap il missaggio risulta ridondante e carico di riverbero, soprattutto sulla batteria; la sequenza dei brani non è quella corretta, e gli ultimi tre pezzi, Scenario, Audition e No Rehearsals, vennero posti in appendice presi così come erano nel box dei 20 anni, con un sound del tutto diverso rispetto agli altri. Mancavano alcuni titoli e il flauto aggiunto due decenni dopo rendeva non filologicamente corretta l’operazione. Anche l’anno 1973 riportato sul dischetto era sbagliato, dal momento che il lavoro risaliva all’anno prima. Lo stesso supporto veniva ironicamente intitolato Chateau D’Isaster (il castello del disastro), a ricordare le disavventure nelle quali era incappato il gruppo in quella antica magione. A tutto avrebbe posto rimedio la citata edizione con i remix di Steven Wilson. I titoli presenti su Nightcap comunque erano i seguenti: First Post, Animelèe, Tiger Toon, Look At The Animals, Law Of The Bungle, Law Of The Bungle Part II, Left Right, Solitaire, Critique Oblique, Post Last, Scenario, Audition e No Rehearsal. La concitata Look At The Animals mette in rassegna una formica, un passero, una gatta, un canguro, dei pinguini e un elefante di nome Simon: un racconto surreale e metaforico che ci sollecita a guardare gli animali nello zoo, immaginando quale di loro vorremmo essere. Il vivace brano strumentale intitolato Law Of The Bungle Part II viene introdotto dalla voce del chitarrista dei Jethro Tull, che annuncia con voce calma «Salve, questa è “La Legge del Pasticcio Parte Due”. A proposito, io sono Martin Barre, ma a volte sono un gufo, e le mie piume sono davvero lisce. E quando sono in vena romantica mi piace vestirmi con abiti maschili».
Durante le registrazioni, effettuate allo Chateau D’Herouville, i Jethro Tull erano divenuti uno dei numerosi gruppi rock “esiliati fiscali”, avendo ottenuto la cittadinanza svizzera con l’aiuto di Claude Nobs. Quest’ultimo era il noto organizzatore del Montreux Jazz Festival, e la sua voce si sarebbe sentita anche all’inizio del doppio live Bursting Out mentre presentava con entusiasmo il gruppo. Con il soprannome di “”Funky Claude” veniva citato anche nel testo di Smoke On The Water dei Deep Purple. In quegli anni, l’altissima tassazione, imposta sui redditi più elevati dei cittadini britannici, aveva costretto molte rockstar di successo a richiedere la cittadinanza in altri Paesi in una sorta di “esilio fiscale” al fine di non consegnare allo Stato la quasi totalità dei propri guadagni. Basti pensare al disco dei Rolling Stones intitolato proprio Exile On Main Street, a sua volta registrato in Francia proprio per aggirare i problemi causati dal fisco inglese.
Come detto, Ian Anderson e compagni si erano trovati malissimo negli studi francesi, per quanto rinomati: problemi tecnici in sala regia, sporcizia nei letti, nei bagni e persino nella piscina avevano indotto il gruppo a sospendere le registrazioni per tornare a casa. E qui Ian Anderson avrebbe scritto, ex novo, A Passion Play, pubblicato nel 1973 utilizzando pochissimo del materiale registrato nel castello. Queste incisioni sarebbe così divenute il quasi mitologico “disco perduto” dei Jethro Tull. Il tentativo di realizzare questo doppio album con brani separati tra loro dimostrava però che non era nelle intenzioni di Ian Anderson far seguire a Thick As A Brick un altro concept album con un unico brano lungo quanto tutto il disco. Semplicemente, le cose andarono così. L’unica curiosità fu che per la prima volta dalla fondazione i Jethro Tull si ritrovarono in sala con una line-up identica a quella del disco precedente. L’album che i Pink Floyd incisero presso lo Chateau D’Herouville quello stesso anno era Obscured By Clouds: nel titolo, ad essere oscurato dalle nubi era il sole ma in verità fu questo lavoro a rimanere oscurato dal successivo The Dark Side Of The Moon. Il disco che Elton John aveva registrato nel castello francese era invece Honky Chateau, uscito quello stesso anno e contenente la celebre Rocket Man. Con l’appellativo di “Honky Chateau” viene ancora oggi designato il castello per quanti desiderano visitarlo, dal momento che da molti anni non è più una sala di registrazione. Ma anche all’epoca lo era solo in parte.
Il sopracitato brano, Critique Oblique, fu uno dei pochi a trovare spazio su A Passion Play, per quanto registrato da capo e con arrangiamenti diversi. La voce parlata era quella di Jeffrey Hammond, mentre l’inizio di chitarra acustica, nella versione francese, si doveva al solo Ian Anderson, raramente ricordato per la perizia con la quale si cimentava a questo strumento. In quell’incipit è presente già tutto il pezzo, prima ancora che intervenga il resto della band. D’altra parte anche il ben più celebre riff di Aqualung era stato composto da Ian alla chitarra acustica, con successiva raccomandazione a Martin Barre di eseguirlo a tutto volume con la chitarra elettrica distorta. Critique Oblique era presente in una versione live registrata il 5 luglio 1975 al Palazzo dello Sport di Parigi. Ma con il titolo di A Passion Play Extract. Gran parte di questo concerto verrà pubblicato in seguito nel box-set dedicato ai 40 anni del disco Minstrel In The Gallery. Era il periodo in cui i Jethro Tull si presentavano sul palco accompagnati, in alcuni brani, da un quartetto d’archi femminile che faceva il suo ingresso sul brano Wond’ring Aloud in abiti lunghi di velluto nero e parrucche platinate. Critique Oblique apriva quei concerti subito dopo la sezione rock di Wind Up, con Ian Anderson a folleggiare su un palchetto rialzato indossando una lunga giacca dalle spalline enormi. Poi salutava il pubblico, scendeva dalla pedana rialzata e indossava la giubba rinascimentale al posto del più ingombrante abito dalle spalline gigantesche. Ad aiutarlo nel cambio d’abito era una ragazza dai discinti indumenti rossi: Shona Learoyd, sua moglie dal 1976 ad oggi.
Quando i Jethro Tull arrivarono in Italia per 5 date, nel marzo del 1973, avevano in scaletta almeno tre pezzi tra quelli registrati al castello francese e ritenuti anticipazioni del disco nuovo. No Rehearsal veniva suonata sempre, e fece a sorpresa la sua comparsa addirittura durante qualche concerto del 1977 mentre era in promozione Songs From The Wood. Conteneva un frammento recitato all’unisono da Ian Anderson e Jeffrey Hammond. Anche Left Right e Audition vennero eseguite a lungo dalla band in tournée. Senza dimenticare che Skating Away On The Thin Ice Of A New Day sarebbe divenuta un vero e proprio classico dei concerti del gruppo, caratterizzata dal cambio degli strumenti tra i musicisti: John Evan si esibiva prima alla fisarmonica e poi alla batteria, mentre il bassista – Jeffrey Hammond e poi John Glascock – passava ad una strana chitarra elettrica. Mark Craney, batterista del periodo 1980-1981 su questa ballata si cimentava al basso.
Come anticipato il 15 marzo 2024 The Château D’Herouville viene pubblicato in una bella edizione autonoma, non legata ad altra uscita come nel caso di Nightcap o dei 40 anni di A Passion Play. I remix di Steven Wilson sono i medesimi, ma abbiamo adesso una grafica apposita e una serie di foto dei pazzi Jethro Tull di quel periodo, in realtà per lo più già note in quanto pubblicate da riviste musicali dell’epoca. Oltre alla golosa possibilità per gli appassionati di poter avere il tutto in vinile. Da questo punto di vista può dunque considerarsi come la prima pubblicazione di questo disco dopo oltre 40 anni dalla sua registrazione nel castello francese.
Giuseppe Scaravilli
Tracklist:
LP 1:
- The Big Top
- Scenario
- Audition
- Skating Away On The Thin Ice Of The New Day
- Sailor
- No Rehearsal
- Left Right
- Solitare
- Critique Oblique (Part I)
- Critique Oblique (Part II)
LP 2:
- Animelee (1st Dance)
- Animelee (2nd Dance)
- The Story of the Hare Who Lost His Spectacles
- Law Of The Bungle (Part I)
- Tiger Toon
- Law of the Bungle (Part II)
- Chateau D’isaster Tapes (Scenario/Audition/No Rehearsal) (1988 Box Set Mix)
- Only Solitare (1974 WarChild Mix)
- The Story Of The Hare Who Lost His Spectacles (1973 A Passion Play Mix)
- Skating Away On The Thin Ice Of The New Day (1974 WarChild Mix)
Giuseppe Scaravilli
Link: