DUANE EDDY (1938-2024)
“Il Guitar Hero che inventò il Twangy Sound”

Lo scorso 2 maggio 2024 si è spento all’età 86 anni Duane Eddy, uno dei primi guitar hero della storia del rock. Chitarrista d’eccezione egli verrà sempre ricordato per il suo caratteristico stile vibrato, che influenzerà intere generazioni di musicisti a venire.

Duane Eddy è originario dello stato di New York. È nato il 26 aprile del 1938 a Corning, una piccola cittadina di case di legno, sul modello dello chalet, immersa nel verde e incastonata fra verdi colline: un ambiente che fa molto New England. Doveva essere un luogo idilliaco per il piccolo Duane la cittadina di Corning, una di quelle tante enclave della provincia americana più profonda in cui, a parte qualche celebrazione locale o un party d’anniversario del college di zona, non succede nulla di particolare. Corning dista 350 km da New York, una distanza considerevole per i nostri parametri ma trascurabile in rapporto agli immensi spazi americani, e la Grande Mela appare un mondo distante anni luce. È una cittadina tranquilla come tranquillo doveva essere il lavoro del padre di Duane: guidava un camion che trasportava il pane e riforniva fast food, diner e abitazioni private.

Le lontane origini di Duane Eddy sono nel country. Impara, a soli 5 anni, i primi accordi di chitarra ispirandosi al modello di un suo idolo d’infanzia, Gene Autry, cowboy, cantante e attore, un eroe del cinema americano degli anni ’50 e uno dei demiurghi del country moderno del dopoguerra. Nel 1951 la famiglia di Duane Eddy si trasferisce in Arizona e prende dimora a Tucson. Due ambienti completamente diversi, dalla tranquillità del New England ai grandi spazi desertici dell’Arizona. Per quelli come me, che sottolineano l’importanza della geografia musicale, sia il New England, culla della più genuina tradizione country, sia l’originale terra di radicata cultura country&western, hanno influenzato la formazione musicale di Duane Eddy.

Eddy inizia a suonare nei piccoli locali della zona e nel 1955 pubblica, a Phoenix, il primo singolo: Soda Fountain Girl, un singolo di country tradizionale. Intanto continua ad esibirsi nei locali. Duane Eddy si accorge presto di non avere delle spiccate doti canore. Il primo singolo è una canzone nello stile del country classico, quello più tradizionale con i violini in spolvero, che però mostra una debole performance al canto, segno dello scarso rendimento alla voce di chi non è proprio portato. Perciò Duane Eddy decide di concentrarsi sulla chitarra, affinando la tecnica dello strumento e di dedicarsi ai brani strumentali. Intanto fa la conoscenza con il tecnico del suono e disk-jockey, Lee Hazlewood, dal quale nasce un duraturo sodalizio. È nella seconda metà degli anni ’50 che inventa il suo tipico modo di suonare la chitarra, lavorando sulle corde basse per produrre quel tipico vibrato che prende il nome di “twangy”.

Twangy è un neologismo creato da Hazlewood che deriva da una parola onomatopeica usata per descrivere il suono della corda dell’arco tesa quando viene pizzicata. La corda emette una vibrazione di lunga durata che lentamente si acquieta. Allo stesso modo fa Duane Eddy nel ricreare un suono originato dallo stesso principio, lavorando esclusivamente sulla corda bassa. Il twangy sound ha origine prima di tutto dall’esperienza accumulata da Duane Eddy nel suonare della chitarra fin da bambino e, in secondo luogo, dal suo background country e hillbilly. Poiché non aveva le doti vocali per diventare un valido country singer, Eddy concentra sulla chitarra la sua anima country. Il talento di Duane Eddy e la perizia di Hazlewood, nello studio di registrazione, sono la base del twangy sound.

Duane Eddy ha in comune con Link Wray, non a caso i primi due guitar hero della storia del rock, l’approccio volto ad ampliare il linguaggio della tecnica chitarristica. Eddy inventa il twangy mentre Wray inventa il power chord. La differenza fra i due consiste nel fatto che Link Wray, con il suo power chord, crea il nuovo partendo dall’antico, addirittura da una tecnica che risale alla Grecia antica e poi passata alla classica del XIX secolo, mentre invece Duane Eddy crea il nuovo affondando nella tradizione americana. La prova sono le eredità differenti che i due avranno sulle generazioni future: il power chord di Wray influenzerà l’heavy metal, mentre il twangy di Eddy verrà preso ad esempio da Springsteen e da diversi musicisti di area roots e legati alla tradizione americana.

Un altro aspetto da considerare è che Duane Eddy emerge in un periodo che è immediatamente successivo alla prima ondata rock’n’roll. Nel 1958 il suo primo successo e nel 1959 il primo album, in un anno in cui Elvis stava sparando gli ultimi fuochi rock’n’roll e gli ultimi ancheggiamenti prima di “normalizzarsi” (e il primo album di Eddy detronizzò Elvis dal vertice delle classifiche), Little Richard era diventato predicatore, Chuck Berry venne arrestato e prima del 1963 non uscì di prigione, Eddie Cochran e Buddy Holly di lì a poco moriranno e la stella di Jerry Lee Lewis stava vacillando, anche grazie allo scandalo del matrimonio con la cugina tredicenne che sgomentò l’America puritana di quegli anni.

Nel frattempo si stavano affermando quei cantanti, dai volti acqua e sapone, creati dall’industria discografica per rendere il rock’n’roll meno ribellistico e “pericoloso”: si tratta di personaggi come Frankie Avalon, Paul Anka, Neil Sedaka, autori di successi di classifica dalla presa immediata e che piacciono ai figli quanto ai genitori per l’immagine da bravi ragazzi della porta accanto. È uno dei primi tentativi del music business di appropriarsi di un genere guardato dai grandi con sospetto e inviso al sistema per edulcorarlo e renderlo più “sicuro”. Duane Eddy si situa in un periodo in cui il vecchio rock’n’roll stava scemando e gli anni ’50 stavano confluendo nei ’60, un’epoca che vede il trapasso dalle vecchie glorie del rock’n’roll al surf dei Beach Boys, di Jan & Dean e di un sottobosco di artisti minori. Pertanto Eddy è considerato un musicista testimone di questo passaggio di consegne da un’era a un’altra, e la sua influenza sul surf, soprattutto quello strumentale, diventerà notevole.

Eddy, in un’epoca in cui le star del rock’n’roll stavano tramontando, ha portato il nuovo non solo in termini di tecnica chitarristica ma anche per quanto concerne il rinnovamento di un linguaggio che era in crisi. Duane Eddy diventa l’eroe di quel determinato periodo storico della transizione dai fifties ai sixties e suggella il passaggio di consegne da un’epoca a un’altra, pertanto la sua figura di musicista è legata sia agli anni ’50 che ai ’60. Nel 1958 Duane Eddy pubblica il primo singolo nel suo nuovo stile musicale: Moovin’ And Groovin’. È basato su un giro armonico pizzicato sulla corda bassa che per quell’anno era veramente innovativo. A questo punto il dado è tratto: Duane Eddy entra nella storia ufficiale del rock’n’roll nella veste di chitarrista innovatore.

Nel 1959 Duane Eddy e la sua band, The Rebels, pubblica l’album Have Twangy Guitar Will Travel, ed è il lancio definitivo verso l’Olimpo. Da qui in avanti, per una decina di anni, a cadenza anche di 3-4 dischi all’anno, una lunga sfilza di album; è questo il periodo d’oro di Duane Eddy che nel corso degli anni affinerà gli arrangiamenti dal rock’n’roll delle origini verso uno stile strumentale più countryeggiante e raffinato, ma anche non scevro da una certa melensaggine. Non si contano i successi di Duane Eddy del suo periodo d’oro: Rebel Rouser, Ramrod, Cannonball, Peter Gunn (poi ripresa dai Blues Brothers), Because They’re Young, Shazam! The Lonely One, Forty Miles Of Bad Road, My Blue Heaven, Dance With The Guitar Man, Lonely Boy Lonely Guitar, The Lonely One, Boss Guitar, Londonderry Air, The Trembler, per menzionare solo alcuni.

Alla fine degli anni ’60 il ritiro dalle scene. Per tutti gli anni ’70 Duane Eddy si dedicherà alla produzione di altri artisti, soprattutto in area country come Willie Nelson e Waylon Jennings. Il ritorno alla grande avviene nel 1986 con il rifacimento di Peter Gunn insieme alla band synth pop sperimentale Art Of Noise. Da questa data in avanti Duane Eddy ha potuto campare di rendita, ormai la sua immagine è ampiamente storicizzata e iconizzata nella mitologia legata al periodo rock’n’roll e il suo nome è diventato una leggenda vivente. Nel 1994 entra nella Rock’n’Roll Hall Of Fame e bisognerà aspettare fino al 2011 per un nuovo album a tutti gli effetti. L’eredità che Duane Eddy ha lasciato alla posterità è notevole. Al suo twangy sound si sono ispirati il già citato Bruce Springsteen, poi George Harrison, Mark Knopfler, John Fogerty, gli Shadows, Ry Cooder, solo per citare i principali.

Marco Fanciulli

 

Link: