Due anni fa lasciava la dimensione terrena Mark Lanegan, l’ultima voce di quella stagione benedetta e maledetta che è stata l’era Grunge di Seattle. L’ultimo poeta dell’inferno in terra, la voce dei tormentati dalla vita, il cantore delle sofferenze della sua generazione. Nel 2004 veniva pubblicato, dalla Beggars Banquet, Bubblegum, il suo settimo album (se
Era il 1991 quando uscì Jesus Christ Pose dei SoundGarden e fu nel 1993 che apparve la croce cristiana nel video Heart Shaped Box dei Nirvana. Due segnali di quale spirito di morte aleggiava su Seattle in quegli anni. La capitale della X Generation e delle prime proteste contro la globalizzazione che di là a
Nuovo album per Mark Lanegan, a corollario della biografia “Sing Backwards And Weep” uscita tempo prima. Lanegan ha evocato i fantasmi del suo passato e questi gli sono apparsi tutti insieme. Un passato fatto di droghe e di dolore, cadute e resurrezioni, di amici persi per strada. A suo dire non è stata una catarsi,
Prendete tutta la spregiudicata dissolutezza di Jim Morrison, la brutale arroganza di Keith Richard, la schizofrenica apatia di Iggy Pop, l’elegante tossicodipendenza di Nick Cave e non avrete che il 50% del marciume di Mark Lanegan. Come può una potenziale rock star della grunge-era, che con la sua band ha venduto 300.000 copie e che
Ben ritrovati con le nostre novità discografiche ed iniziamo con Morrissey che lo scorso 20 marzo ha rilasciato il nuovo “I Am Not A Dog On A Chain” album introspettivo dove l’artista racconta se stesso con gli stessi umori delle ultime produzioni sempre più lontane dalle sonorità del passato. Anna Calvi revisita “Hunted” disco uscito
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