Solitudine a etti, chiaroscuro umorali in forma e una manciata di stupende atmosfere ovattate, chiuse in uno “sciamanesimo personale” intimo e riflessivo. Antonio Vitale al secolo musicale Jester At Work torna in pista con un suo nuovo gioiellino nero, A Beat Of A Sad Hearth, un carotaggio in fondo all’anima in sei tracce che fanno
Potremmo definire Felici Di Niente, “felice” esordio del duo romano dei Lohren, un disco dalla contemporaneità d’altri tempi, per via di quel flavour retrò che si specchia dentro un crossover stilistico multi sfaccettato, una zigzagante estetica tra pop, anni ’60, aromi latin, elettronica, jazzly, rock & armonia che approccia all’ascolto come una bibita fresca nell’arsura
A due anni dal clamoroso e flash(ato) Home, Like Noplace Is There, la band americana degli The Hotelier torna in circolo con un secondo album, Goodness, un bel ricostituente sonoro che agisce immediatamente sulle corde emozionali di chi presta orecchio a queste tredici tracce, un bella mescola di ballate, pop punk, power pop e nu-emo
Lasciano alle spalle quelle nuvolaglie scure degli esordi per abbracciare coaguli elettronici che – una volta preso confidenza col loro indie pop di base – tracciano linee soniche di tutto rispetto, mettendo al comando di tutto la straordinaria voce di Ella Girardot, a conferma di una strategia d’insieme che paga e strapaga. Il quartetto londinese
Robert Pollard l’aveva promesso a più riprese, i Guided By Voices torneranno in vita, e lo fa in maniera alquanto strana, è lui a suonare tutti gli strumenti in questo Please Be Honest, e ad onor del vero è un disco che stupisce come tutte le firme Pollard, disco stravagante, ricco, pieno di tutto quello
Tornano prepotentemente (e ben tonici) alla ribalta i Garbage al comando della potenza femminile di Shirley Manson, lo fanno con Strange Little Birds, una full immersion negli anni ’90 di undici tracce che assicurano un ascolto rinfrescante nella forma e retrò nella sostanza, un disco speciale che non ha un pelo storto, tutto arriva esattamente
Stupenda alchimia nerofumo questo Azrael dei milanesi Statale 35, un slavina di pensieri in caduta libera negli anfratti dello spirito, una sonda sonica che scava dentro, tra progressive cianotico e lontani fuochi fatui di Uriah Heep Azrael, Giuda, cinque atti sulfurei che dondolano, appesi, come dono di un sacrificio al centro della notte. Cantato in
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