AVANGUARDIA ROCK
Sperimentazioni sonore dell’inconscio
Il rock ha da sempre incontrato sulla sua strada la musica d’avanguardia, dalle prime distorsioni dei Velvet Underground alla fine degli anni ’60, fino alle sperimentazioni elettroniche del Kraut Rock tedesco degli anni ’70, in un continuo e prolifico dialogo tra i due universi, coinvolgendo infine, negli anni ’80, ’90 e ’00, la scena Elettronica, Synth e Industrial. Il termine Industrial, ad esempio, venne proposto dal compositore d’avanguardia Monte Cazazza, propagatore del concetto di “musica concreta”, nata con le sperimentazioni sonore di Pierre Schaeffer negli anni ’40, una non musica creata su registrazioni di suoni prodotti da treni, un’intuizione geniale che suscitò lo stupore di tutto il pubblico radiofonico.
I caposcuola della nuova avanguardia inglese nella seconda metà degli anni ’70 furono i Throbbing Gristle del genio mutante Genesis P. Orridge, grazie ad album quali Second Annual Report (1977) e D.O.A. (1978) caratterizzati da campionamenti di voci cacofoniche, risate distorte e urla strazianti, un suono-rumore che sconvolgeva l’ascoltatore fino al colasso emotivo; pregevoli e imprescindibili anche i due gruppi nati dallo scioglimento della band, i Psychic TV e i Coil, i primi, accentueranno il timbro psico-visionario, i secondi approderanno con maestria ad un nuovo suono eso-exsperimental. Ispirata dai Throbbing Gristle, la scena inglese ci regalerà band di pregio come i Cabaret Voltaire, Fad Gadget, i Normal, Thomas Lear e Robert Rental fino ai magistrali Clock DVA, da Sheffield, che, se con il primo disco, White Souls In Black Suits (1980) il loro suono era ancora acerbo ma originale grazie all’uso inconsueto del sax, nel terzo disco Advantage (1983) riusciranno a plasmare sonorità industrial e funk e atmosfere aliene magistralmente.
L’avanguardia americana non è da meno, partendo dagli anni ’60, con le sperimentazioni audio/video dei Velvet Underground, i dischi follemente geniali delle Mothers Of Invention (Freak Out del 1968) e Captain Beefheart (Throu Mask Replica del 1968) arriva, sul finire degli anni ’70, a proporre band formidabili. Partendo dai proto art-punk Debris di Static Disposal (1975) ai Theorical Girls dell’illuminato Glenn Branca, articolati e nervosi, ai Suicide di Alan Vega e Martin Rev, creatori di un’elettronica “vintage” angosciata e catartica. I violenti e originali Pere Ubu con il capolavoro The Modern Dance (1978), i deliri No Wave di Lydia Lunch con il singolo Orphans (1978), i ritmi schizoidi dei DNA di Arto Lindsay, le claustrofobiche visioni dei Dark Day di Exterminating Angel (1980) fino ai granitici incubi metropolitani degli Swans dello sciamano Glenn Branca con il loro debut album Filth (1983) e le aliene composizioni acidosurreali dei Chrome con Alien Soundtracks (1978).
Se in Germania l’avanguardia rock muoveva i suoi primi passi nei tardi anni ’60 grazie alle sperimentazioni dei Faust, degli Amon Duul e dei Neu! non può stupire che il giusto seguito alla fine dei ’70 trova il suo apice grazie ai rumori incisi nei solchi dei primi lavori degli Einsturzende Neubauten, combo berlinese. Il primo LP, Kollaps (1981) si caratterizza per il suono apocalittico, dilaniato da metallici assemblaggi da fabbrica. La voce di Blixa Bargeld, leader delirante e visionario, recita minacciosa il suo credo, esplodendo in un urlo senza pace. Non da meno le Malaria con il loro Emotion (1982) o i DAF, duo dedito ad un suono di matrice tecno nervosamente robotica. Ed è proprio grazie ai tedeschi DAF che l’avanguardia passa, tra gli anni ’80 e ’90, attraverso un’altra metamorfosi, in senso dance, riscontrabile in particolar modo, nel movimento dell’Electro Body Music (EBM), che annovera come massimi esponenti i provocatori Skinny Puppy, i super-electro Front 242, i sinth-oriented Nitzer Ebb, gli oscuri Klinic. Con una musica che utilizza i suoni delle fabbriche in chiave ritmica, il risultato è una versione marziale e decadente dell’elettronica, che spazia anche verso territori gothic.
Ed è proprio da quest’ultima oscura anima gotica che vedono la luce gli ultimi gruppi dell’avanguardia, i Nine Inch Nails di Trent Reznor su tutti, il loro capolavoro The Downward Spiral (1994) è un manifesto generazionale in tal senso.
Gli ultimi eroi dell’avanguardia musicale hanno un approccio più soft rispetto al passato, ma non meno provocatorio, e prendono il nome di Mars Volta, Elephant 6, Xiu Xiu, Liars, TV On The Radio. Musica del futuro, rispettosa di ciò che il passato ha donato, ma creatrice di nuovi suoni e nuove realtà.
Marco Pantaleone