DEPECHE MODE
"Memento Mori"
(2023, Columbia Records)
Memento Mori: titolo che beffardamente era già nell’aria prima della dipartita di Andy Fletcher. Oltre la certezza della morte i Depeche Mode sembrano avere sette vite come i gatti. La band di Basildon, ormai diventata formalmente un duo, infatti continua a resistere dopo quarant’anni di carriera e mille avversità, ultima tra tutte e forse la più importante la morte prematura di colui che per anni è stato il vero collante del gruppo. Il disco viene partorito dalla mente di Gore che, dopo qualche reticenza, riesce a coinvolgere Dave Gahan a partecipare al progetto, ma si sa che i Depeche Mode amano avvalersi da anni di aiuti esterni che portano sempre nuova linfa vitale al gruppo. Partendo dai sempre presenti Peter Gordeno e Christian Eigner stavolta si snocciolano nomi come il produttore James Ford, Marta Salogni, Davide Rossi e Richard Butler degli Psychedelic Furs che qui compare come coautore di ben 4 brani.
Il risultato è un album pop vestito col frac che scorre sinuosamente nelle orecchie, le sonorità che ne escono sfiorano senza arzigogoli la massima ricercatezza in mezzo all’oscurità tipica della band cavandone fuori anche perle di energia pura come il singolo My Cosmos Is Mine che si permette di rispolverare quelle atmosfere che resero famosi i primi passi di Gahan e soci. Tra le perle dell’album sono da citare assolutamente Ghosts Again e Before We Drown, scritta dal leader della band e adagiata su un tappeto sonoro di notevole effetto in cui la voce e quel timbro quasi maledetto riescono a dare il meglio emergendo appieno anche grazie agli azzeccatissimi cori di Gore e Caroline’s Monkey, altro brano decisamente riuscito con un ritornello a dir poco perfetto. A farla breve il disco è decisamente ben riuscito, sicuramente molto meglio dei due precedenti lavori. Memento mori. Ricordati che devi morire, quindi dai il meglio prima che sia troppo tardi. Bravi Martin e Dave. Davvero.
Andrea Ghignone