V-DEVICE
"Calling Europe"
(Love & Craft, 2012)
V-Device è una band diversa. E questo è chiaro dal primo ascolto. Dedichiamo questo spazio al loro (concept) album e primo lavoro discografico Calling Europe che tra poco festeggia i due anni di pubblicazione e che la band napoletana continua a portare sui palchi di mezza Europa con crescente consenso (da Berlino a Wittenberg, da Londra al mini-tour in Serbia, per finire alle recenti esibizioni in Olanda, a Stoccolma e in Svezia), oltre alle diverse date italiane.
Il disco dà subito la percezione di qualcosa di diverso da ciò che ci si può aspettare da una rock-band poco conosciuta. Si definiscono grunge/stoner/rock band, ma sappiamo quanto una definizione può rimanere fine a se stessa. Dal mio personale ascolto, i V-Device possono essere considerati una nuova astrazione del rock in cui confluiscono generi diversi: oltre all’evidente magistero dei Pearl Jam e dei Nirvana, distinguiamo un power-rock alla The Who, ma anche uno stoner più contaminato alla Soundgarden, attraversando passaggi sonori che giungono fino agli ultimi Anni ’90, per un’esperienza da potersi definire quasi rock-integrale. Ascoltando gli undici brani del CD, si può spaziare dal messaggio sociale, profondo e a tratti ironico, che parte dal discorso “Europa” fino ad arrivare ai confini dell’Universo per ripiombare in sensazioni individuali, a volte intense, a volte più distese. Non esagererò se dico che ogni canzone dell’album è un “paradigma” del rock visto da varie prospettive, quasi come un’antologia che attraversa tre decenni. Forse è proprio questo il coraggio (o la bizzarria?) di questi musicisti napoletani: aver voluto credere in un progetto accurato sotto vari punti di vista e che, seppur all’apparenza troppo “contagiato”, è sicuramente degno di essere ascoltato. Dagli oltre quaranta minuti di durata del disco emergono, oltre la bella e dinamica title track, anche la più brusca e convulsa Hush, attraverso una più rigida ma originale This City per passare all’oscura Waterfall e l’ottima Trying To Do It Right, eseguita con un bel gioco di piano e voce. Le stesse esibizioni live della band appaiono come un “viaggio” ben organizzato. Le voci si fondano, s’intrecciano e si sovrappongono, rigenerandosi in una studiata armonia con gli strumenti che fanno vibrare l’atmosfera in un effluvio musicale forte, sicuramente distintivo della diversa estrazione musicale dei suoi componenti. Generando l’accordo “musicale”, i V-Device sono affiatati e generano un accordo “umano” che non stanca, sia per l’assortimento del loro sound, sia per l’impegno profuso nei testi che cantano. Quindi soddisfa.
La band ha dimostrato – e già da tempo – che “il primo passo” è stato lungo e ben fatto: il pubblico che li attende in giro per l’Italia e per (Calling) l’Europe si aspetta ora nuove e grandi sorprese! Ultime notizie: il cantante Davide, come David Green, sta recentemente lavorando a un interessante progetto solista cantautorale, con nuovi brani che egli stesso ama definire in stile “desert acoustic”. Continuate a seguirci: vi terremo informati!
CD – Line up: Davide Verde (voce e chitarra), Guy Costanzo (basso e seconda voce), Fabius Shiva (piano/tastiere), Francesco Wood Capasso (chitarra), Rosario Fanatic Vitiello (batteria). Davide e Guy sono i fondatori della band (2009).
Gaetano Cuomo