BAXAMAXAM
"S/T"
(Black Sweat, 2013)
Delle volte per sfuggire al continuo overload cognitivo ed esistenziale, sentiamo l’esigenza di volgere almeno uno sguardo ad un modello di vita essenziale e consapevole, basato su conoscenze semplici, ma profonde, eliminando tutto ciò che è superfluo. Un’occasione di “fuga” può venire anche da un disco impregnato d’Africa come Baxamaxam. Il caso ha voluto che il chitarrista milanese Cristiano Buffa e il cantante percussionista senegalese Abdou Mbaye di famiglia griot (cantastorie dell’Africa Occidentale), anime migranti con un sentire comune, si incontrassero nell’adottiva Faenza. Da qui la “necessità” di formare un duo i Baxamaxan (in wolof, lingua parlata in Senegal, significa “doppia conoscenza”) unendo esperienze e culture apparentemente distanti, il blues e la musica etnica africana, che in realtà è stata la culla ancestrale delle dodici battute. L’omonimo disco di debutto pubblicato sia in vinile a tiratura limitata sia in formato digitale dalla Black Sweet Records è stato registrato in presa diretta e totalmente in analogico per restituire quel vitale senso di calda realtà. Otto magnetici e variegati episodi in cui un suadente canto wolof si intreccia a chitarre che distillano acide note da deserto, a ipnotici tappeti ritmici di djembè ed a danzanti note di ikembè. Qualche esempio: le visioni desertiche di Xarit, la trance da ripetizione tribale di Mama o l’atavico lamento di Demb. Una suggestiva opera di sincretismo culturale, che trasfonde con grande naturalezza quei sentimenti come la gioia o la malinconia uguali sia a Faenza che a Dakar, perché riguardano l’essenza universale della vita.
Danilo D’Alessio