HTRK
"Nostalgia"
(Autoprodotto, 2005)
Una successione di colpi sordi ed esplosioni dà il benvenuto in Nostalgia e anticipa le atmosfere da landa desolata in cui stiamo per entrare. È un esordio perentorio per il trio australiano HTRK. Inizialmente auto-prodotto e pubblicato nel 2005 in edizione limitata di 500 copie, l’EP rivede la luce nel 2007 con l’etichetta inglese Fire Records e raccoglie sette registrazioni live, incise con presupposti lo-fi, non utilizzando altro che un vecchio registratore a nastro e due microfoni. Il risultato finale fruscia e crepita e consegna il suono ferroso e abrasivo dell’ebow sulla chitarra di Nigel Yang, l’incedere del basso denso e appiccicoso di Sean Stewart, la cadenza di una lentissima drum machine 808, e i rantoli disarticolati e intossicati di Jonnine Standish, che in ondate entrano ed escono dalla spessa coltre di suoni che si accumulano.
Il trio “Hate Rock”, nome che ben esprime la visione di Nigel Yang e soci, nasce a Melbourne nel 2003 con l’intento di creare musica d’ispirazione proto punk e post industriale con feedback frastornanti, semplici giri di basso e lente ripetizioni meccaniche; progetto che stride con il revival rock in auge in Australia in quegli anni. Gli HTRK conquistano anche Rowland S. Howard, chitarrista dei Birthday Party, tanto che produce per loro Marry Me Tonight, il primo LP che esce nel 2009, anno in cui lo stesso Howard muore di cancro. Un’ulteriore tragedia si abbatterà sulla band nel 2010 con il suicidio di Sean Stewart che lascerà gli HTRK in due.
Nostalgia è un lavoro viscerale e un po’ claustrofobico, cupo come i paesaggi industriali fotografati da Bill Henson. Le sette tracce si liquefano in un brusio annebbiato, manca separazione nel suono che va ispessendosi e sgonfiandosi, incorporando i diversi elementi in maniera grossolana e restituendoci brandelli malandati come le tre preferite personali: Look What’s Been Done, Look Down The Line e Look At Her.
È difficile dire esattamente quale sia il legame tra i rudimentali ma eccitanti pattern di Nostalgia e la creazione artistica più ponderata e fredda dei successivi album, che vanno perdendo tale carattere grezzo e corporale a favore di un’elaborazione ripulita, più elettronica e di stampo dub. In verità Nostalgia non è di facilissimo ascolto, ma c’è un’affascinante disarmonia che ne impregna il suono, quella della materia nuda e cruda che attrae proprio per il suo essere concreta, imperfetta e a tratti fastidiosa.
Claudia Zitarosa