WORKING MEN’S CLUB
"S/T" (Heavenly Recordings, 2020)

È vero, il 2020 é stato un anno difficile per tutti, non ci sono attenuanti, sarebbe una bugia dire il contrario, ma se proprio vogliamo vederne il lato positivo però, è stato l’anno dei dischi d’esordio. Diverse nuove band (che per fortuna non fanno trap) hanno sfornato le loro prime fatiche. Una band e un album che mi sento di consigliare è quello dei giovanissimi Working Men’s Club, band proveniente dalla piccolissima Todmorden, nel West York-Shire, Inghilterra. Sembra un mix di New Order, Pet Shop Boys e Talking Heads, il tutto condito con dosi massicce di elettronica, chitarre postpunk e basso pulsante. Nati come duo, capitanato dal prodigioso vocalist Sydney Mynsky Sargeant, la band da quest’estate non si è fermata un attimo, sfornando una serie di brani davvero cazzuti accompagnati da video live e non, che l’hanno portata ad una certa notorietà. Li ha notati il produttore di Fall e Arctic Monkey’s Ross Orton, ed ecco edito il primo omonimo album in studio, dieci brani dove confluiscono in maniera originale tutte le influenze della band, dal postpunk al synthpop, il tutto unito ad un suono che alterna dance music e rock. Tutti degni di nota i brani che compongono il loro esordio a lunga durata, ma vi consiglio Valleys, e dopo il primo ascolto capirete che questa band è pronta a farci ballare sotto cassa appena sarà possibile!

Jack Malombra