THE CHATS
"High Risk Behaviour"
(Bargain Bin, 2020)

A guardarli non si punterebbe un solo centesimo su questi tre ragazzini brufolosi di Coolum, Sunshine Coast (ancora una volta Australia), che rispondono ai nomi di Eamon Sandwith (Bass), Josh Price (Guitar) e Matt Boggis (Drums) in arte The Chats. Le loro strade si incrociano durante le lezioni di musica all’high school appena diciassettenni. Immediatamente mettono su una band prendendo spunto per il nome da un distretto commerciale di Sydney, il Chatswood. Il capanno di un amico diventa base operativa per modellare il loro “shed-rock” (così amano definirlo in omaggio alla location in cui tutto è cresciuto) secondo ripetuti ascolti di AC/DC, Clash, Ramones, Sex Pistols, Black Flag e soprattutto Cosmic Psychos. La svolta arriva quando un negozio di skate della zona piazza in rete il video di Smoko che in una sola notte racimola tante di quelle visualizzazioni da regalare ai nostri un successo planetario. I Chats vanno in TV, Dave Grohl li suggerisce a Josh Home che subito li vuole di supporto al tour australiano dei suoi Queen Of The Stone Age e lo stesso fa Iggy Pop. Piovono interviste e parte un fortunatissimo tour mondiale.

Destino ha voluto che in pieno “regime” di lockdown il debutto sulla lunga distanza (dopo due EP e tre singoli) si affacciasse sugli scaffali dei negozi. 14 proiettili scagliati in soli 28 minuti, più cattivi ed incisivi di come ci avevano abituati nelle precedenti prove. L’album prende il volo su coordinate Buzzcocks, quelli più cazzuti, e si congeda con un bis di manovre power pop di alta fattura. Nel mezzo rasoiate alla Social Distortion (The Clap), scatti alla Sex Pistols (Dine ‘N Dash) chitarrismi alla Feelies (Heatstroke), coretti alla Modern Lovers (Do What I Want) ed un autentico capolavoro che risponde al nome di Keep The Grubs Out.

Quest’anno non ho ancora sentito di meglio!

Salvatore Lobosco