BLACK CORRIDA
“Thirdicide”
(Molde, 2020)
A distanza di pochi mesi dalle pallottole sparate nel cuore della notte di Moorea torniamo a parlare del duo italo-inglese Black Corrida che rilascia un nuovo EP intitolato Thirdicide pubblicato come il precedente dalla label triestina Molde Records. Archiviate le ambientazioni notturne delle periferie metropolitane americane i tormenti blues di Stefano Barcarolo si spostano verso New Orleans in Louisiana e gli scenari sono completamente diversi; le collettive inquietudini e le ansie sono divenute frustrazioni individuali. I 3 brani che compongono il lavoro sono storie differenti che parlano di morte e sta all’ascoltatore decidere se l’epilogo di ognuna ha come protagonista lo stesso attore oppure no. New Orleans nell’essere così cosmopolita nasconde nel suo calore una certa pericolosità e non ci si meraviglia affatto che gli omicidi siano all’ordine del giorno. In Crimson City Light un pianoforte scandisce come un metronomo la pioggia della città confinante con il delta del Mississippi; gli umori neri ed apocalittici si susseguono in Hell Is Here e, in entrambi i brani, i due rendono più che un atto d’amore a Michael Gira e Nick Cave. Le liriche evocano demoni interiori; il dolore di una perdita può manifestarsi in modo sbagliato nella follia criminosa che ha nella commiserazione borderline il momento più buio. Le bivalenze di Nobody’s Tomb nascondono le paure del domani ma gli arpeggi folk sdrammatizzano le tensioni per poi sfociare in intensi sussulti elettrificati. La musica dei Black Corrida provoca le stesse sensazioni di chi inerme osserva l’embrionale formarsi di un tornado senza sapere lo stadio e l’intensità con cui andrà a colpire. E questo non solo merita la considerazione del sottoscritto che a priori recensirebbe anche una sola canzone della band ma soprattutto in chi è alla ricerca di sonorità che attraverso un processo di decostruzione del rock danno costantemente linfa vitale al panorama musicale indipendente ed alternativo.
Luca Sponzilli