NOVILUNIO 2013
(Napoli, 29 novembre 2013)
Lo confesso. Non posso dire di essere imparziale dopo aver rivisto, lo scorso venerdì 29 Novembre e a distanza di anni, dei gruppi che hanno segnato musicalmente la mia prima gioventù. Il “Novilunio – Festa Sonora della Luna Nuova”, infatti, ha riportato di nuovo in auge una storica rassegna napoletana di musica indipendente che, in origine, si svolgeva nel glorioso CSOA “Tien’a Ment” (culla della musica e della cultura underground della città) in occasione della prima, nuova fase di Luna d’autunno. Quest’anno, per la seconda edizione (dopo l’affermazione dello scorso anno), la kermesse ha visto riproporsi (ed è proprio il verbo più appropriato) tre formazioni che hanno fatto “scuola” nella Napoli degli anni ’90: i Contropotere, i Narcolexia e i Melt. Tre nomi, tre generi, tre realtà artistiche differenti – com’era possibile evidenziare anche dall’eterogeneità dei numerosi presenti – che hanno riunito sotto l’egida della “nostra” musica underground, quella di cui abbiamo goduto e che abbiamo saputo anche esportare, un pubblico trasversale per età, anima e preferenze musicali.
Nella particolare location scelta per l’edizione 2013 dell’evento (il Lanificio25, assurto negli ultimi anni a rilevante punto d’intrattenimento artistico e culturale, si trova a Porta Capuana, in un antico complesso quattrocentesco, trasformato nel ‘700 in fabbrica di lana) e tra la palpabile fibrillazione del pubblico, l’apertura della manifestazione è toccata a una nuovissima formazione minimal synth/darkwave, i Geometric Vision. I tre musicisti napoletani, rappresentando “il nuovo e il buono”, hanno presentato, in anteprima, il loro primo lavoro discografico, il CD “Dream” (prodotto dalla Swiss Dark Night, etichetta indipendente che supporta e produce rock contemporaneo, in modo particolare le “waves-band”) e del quale avremo modo, in seguito, di parlare in maniera più specifica.
Si è passati, così, alle tre formazioni storiche. Primi a cantare: i Melt, unica tra le band presenti a essersi esibita anche nell’edizione 2012. Nata nel 1992, la band del cantante/chitarrista Vanni D’Alessio (di cui fanno tuttora parte i “fondatori”, il chitarrista Pasquale Punzo e il batterista Giulio Grasso, cui si è aggiunta, al basso, Francesca Filippi) si è esibita con il suo sound, composito e sempre originale, d’impegnato grunge psichedelico, che ha subito catapultato i presenti direttamente in quell’atmosfera “anni ’90” (il ricordo va alle tante serate!), anche se rivisto in chiave più intensa e trascinante. Oggi come allora, quindi, la band continua a trasmettere quell’energia che non si è per niente debilitata col tempo: anzi, conserva tutto il suo smalto e il suo vigore!
A seguire: i Narcolexia. Un nome sicuramente importante, per la Napoli musicale che conta anche fuori i suoi confini. Formatasi nel 1996, la band di Massimo Cordovani (in questo live accompagnati anche dalla batteria di Mario Di Bonito e dal synth di Paolo Cavallotti), che definire “electro(post)punk” sarebbe riduttivo, è stata capace, infatti, di valicare i confini del “Regno”. Basti pensare al 1998 quando, con le tipiche sonorità elettroniche e i temi di protesta dell’album “Sovraccarico Sensoriale”, la band s’impose, a livello nazionale, con un nuovo tipo di vivido cyberpunk, partecipe, rumoroso e profondo; e il proverbiale grido di «resistenza, resistenza!» divenne un po’ un inno per quella generazione. La band, solo da pochi mesi ritornata in attività (non si esibiva a Napoli da 12 anni!), con una vigorosa esibizione ha confermato di avere sempre tanto da dire. E non ne avevamo alcun dubbio!
Per finire: i Contropotere. Rispetto alle due band precedenti, la storia del gruppo inizia un decennio prima ed è, in concreto, parallela alla storia della musica underground di Napoli. Nata nel 1986 (anno della prima, storica demo È Arrivato Ah Pook), la band assorbe tutte le caratteristiche del punk più estremizzato (hard-core), sia dal punto di vista musicale che concettuale, in una contaminazione con altri generi (dall’industrial a risonanze di gusto orientale, più “cantate”) e che, nel tempo, ha portato questi musicisti a essere un vero e proprio fenomeno, cantando un impegno diretto ma non violento, sempre volto alla “conoscenza” in nome della libertà. L’attesissima esibizione di due tra i “fondatori” della band, la piratessa Lucia Vitrone (voce e frontwoman del gruppo) e Adriano “Bostik” Casale (synth) con l’altrettanto storica Lavinia Angiulli (e con la collaborazione di Michele, Ulderico, Amelia e Ivan, il giovane figlio della Vitrone e di Giulio dei Melt e Mario dei Narcolexia) ha chiuso così la serata del “Novilunio 2013”, facendoci gustare di nuovo, dopo anni, il loro impeto e il carisma di sempre ma, se vogliamo, in una veste più raffinata e con un rinnovato charme.
Meritata menzione “last minute” è per l’altra band vesuviana che ha accettato l’invito dall’infaticabile organizzatore: I Gatti Distratti Dalla Luce Negli Occhi. Nati nel 1991, sono stati anch’essi una band di svolta per i tempi, ingombranti musicalmente almeno quanto il loro nome. Scioltisi e ricreatisi dalle proprie ceneri, evolutisi sia musicalmente che concettualmente nel corso degli anni, sul palco del Lanificio si sono esibiti con la formazione: Davide Munno (voce e chitarra nonchè “co-fondatore” della band) e i fratelli Della Monica, Cristiano (voce, batteria e percussioni) e Davide (voce, chitarre e tastiere). E le nostre orecchie ringraziano ancora una volta!
Naturalmente, le cinque esibizioni non hanno affatto saziato i palati assetati del pubblico (forse unico grande “limite” dell’organizzazione è stato il tempo, sempre tiranno, che non ha concesso un prolungarsi della serata oltre l’ora massima consentita): del resto, va detto che il pubblico dell’edizione 2013 mai si sarebbe staccato da quel palco! Per qualche ora, infatti, siamo stati tutti catapultati indietro nel tempo di almeno vent’anni, ma con la consapevolezza del giorno d’oggi e con il sempre fiero convincimento che Napoli, con la sua reattività artistica mai placata e nonostante le oggettive difficoltà, dal punto di vista musicale, come ha già dato tanto e anche oggi dà, sicuramente continuerà a dare. Difatti, lo scopo di serate come questa, non va ricercato tanto in un discorso di nostalgia o di rimpianto, ma solo nel desiderio e nella speranza di risvegliare (attraverso il ricordo, ma guardando avanti!) la scena musicale di oggi e, ancor più, quella “di domani”. E questo è l’augurio che tutti noi facciamo alla città di Napoli per le prossime edizioni del “Novilunio”!
P.S.: Accanto all’evento musicale in senso stretto, Dario Torre (voce e chitarra degli Stella Diana e organizzatore dell’evento stesso) ha presentato ufficialmente il suo libro “Nessuna Speranza, Nessuna Paura” (Milena Edizioni, 2013), titolo mutuato proprio dal nome del primo LP (1988) dei Contropotere. Si tratta di un’appassionante e ben narrata escursione nel rock napoletano dagli anni ’80 a oggi (con interviste agli artisti, testimonianze dirette e una ricca galleria di foto, tutto raccolto dall’autore in due anni con la collaborazione di molti degli stessi artisti interessati). Il saggio ha il merito di essere stato scritto con gli occhi dell’autore che, prima da fruitore e poi da musicista, ha partecipato di persona alla stessa scena musicale che, con compartecipato trasporto, dettaglia e racconta. Nel libro, egli “bacchetta” anche i colleghi musicisti e i vari addetti ai lavori, ma cerca soprattutto di infondere speranza in chi vuol fare musica, ricordando sempre il “rispetto” verso chi ci ha preceduto e la cui esperienza può esserci d’insegnamento. Arrivederci, dunque, all’edizione 2014 che, come già preannunciato dagli organizzatori, ci riserverà altre bellissime sorprese.
Gaetano Cuomo