ARCADIUM
“Breathe Awhile”
(Middle Earth, 1969)

Breathe Awhile degli Arcadium è un disco conosciuto da molti collezionisti di psichedelia inglese ed internazionale, che finalmente approda anche tra le pagine di Frastuoni. La band inglese ha pubblicato solo questo LP ed un sette pollici Sing My Song / Riding Alone uscito in company sleeve, senza copertina fotografica, che include due tracce non comprese tra le canzoni del disco. Due brani di Breathe Awhile vengono selezionati e pubblicati per Earthed, la compilation ufficiale della Middle Earth Records. I due pezzi in questione sono Poor Lady e I’m On My Way. Tutto ciò per dire che sfortunatamente non si trova altro materiale della band in circolazione, fatta eccezione per i quattro brani inclusi nella compilation non ufficiale uscita in CD nel 2002 per la Red Fox Records che porta il titolo di Visions Of Rarities From The 60-70’s. Il repertorio degli Arcadium si concentra in pochissimi anni di vita di totale devozione alla musica psichedelica. La label che ha pubblicato il disco è l’inglese Middle Earth Records, una sussidiaria dell?americana Chess Records fondata a Chicago nel 1950 e famosa soprattutto per aver lanciato sul mercato artisti importanti come Chuck Berry, Muddy Waters, Howlin’ Wolf, Bo Diddley e molti altri. La distribuzione del disco invece è affidata alla casa discografica inglese Pye Records. La Middle Earth Records diviene così una piccola etichetta indipendente stretta tra due colonne d’Ercole, Chess Records e Pye Records. Sfortunatamente però la label ha pochissimi anni di vita. Nasce nel 1969 e chiude i battenti nel 1970, con produzioni discografiche limitate.

Interessante è il design adottato della Middle Earth records, rappresentato da un cielo azzurro e nella parte superiore il logo della casa discografica, due cerchi con occhi disegnati sui bordi che si sovrappongono e si incastrano ad anello. All’interno vi è scritto il nome della label, mente all’esterno del perimetro vi è disegnato il fuoco e quattro ali d’angelo in sequenza circolare. La cover riporta un tunnel in cemento con dei nudi femminili e delle sagome umane trasparenti che al posto del corpo hanno il cielo dello sfondo della copertina. Sul retro sono raffigurai i volti dei 5 componenti del gruppo in tre differenti situazioni. La prima dominata da un sarcastico lisergico sorriso, la seconda con maschere antigas indossate e la terza bendati come delle mummie egiziane. Il particolare più inquietante lo si trova sempre sul retro copertina. Una frase inedita dai toni profetici ed apocalittici: “The inheritance of future sinners and the writings of future revelations will be our final downfall. We can all worship the devil if we please but there is still time just let us breathe awhile …”. Breathe Awhile esce nel 1969 non solo per la Middle Earth, ma anche per altre due case discografiche. La prima è la Astor che stampa il disco in Australia con gli stessi brani della pressatura inglese. A differenza della copia made in UK, uscita con la copertina laminata, la stampa australiana ha la laminatura ed il flip back sul retro. La seconda è per la francese Disques Vogue per la serie Collection Loisirs. Questa edizione ha sulla front cover e sulla label il logo di una casa discografica inglese, la Marmalade. Un intreccio che a dir poco si presenta come un enigma. Le prime ristampe in CD escono in Germania nel 1992 per la SPM e per la Green Tree. Quest’ultima include come bonus tracks le due canzoni del 7″. Nel 2003 la label italiana Akarma ristampa il disco in CD e in LP. Alcune di queste ristampe contengono le due tracce del singolo. Molto bella è l’edizione inglese del 2011 uscita per la Acme che pubblica il disco nella versione originale, includendo fisicamente il 7″ come bonus ed arricchendolo della versione demo di Poor Lady. Esistono anche versioni bootleg e non ufficiali di Breathe Awhile sia in CD che nel formato LP, comunque riconoscibili. Breathe Awhile esce anche per la label tedesca Repertoire nel 2000 e nel 2012 con due bellissime edizioni arricchite di un booklet contenente liner notes aggiuntive, nuove grafiche e le due bonus tracks del 7″. Consigliatissimo per chi da novizio vuole approcciare alla band.

Due nomi di eccellenza hanno contribuito alla realizzazione di questo disco. Il primo è Andy Hendriksen, ingegnere del suono che ha collaborato in diversi dischi famosi e da collezione tra i quali Arthur dei Kinks, Islands dei King Crimson, Fire dei Magic Shoemaker, Blueprint di Keith Tippett, l’omonimo primo LP dei Roxy Music, il live in USA e Photos Of Ghosts della P.F.M., nonché il Banco del Mutuo Soccorso del ’75. L’altro grande nome che ha contribuito alla realizzazione del disco degli Arcadium è Mike McInnerney, colui che ha curato le grafiche della copertina. Anche Mclnnerney ha prestato la sua arte per dar vita a dischi importanti, tra cui l’immortale concept album Tommy degli Who, The First Step ed A Nod Is As Good As A Wink … To A Blind Horse dei Faces di Rod Steward. Musicalmente Breath Awhile è un disco di pura psichedelia britannica. Il lato A si apre con una suite dai toni floydiani, I’m On My Way. Bellissimo è il crescendo che dura per quasi tutta la canzone e finisce nel sfociare in una fantastica danza soul-psych. Il secondo brano, Poor Lady, è una classica song psichedelica dalle venature pop, sullo stile dei pezzi di Shades Of Deep Purple, album d’esordio dei Deep Purple del 1968 uscito per la Parlophone. La traccia Walk On The Bad Side assomiglia ad un mare agitato di suoni d’organo intrecciato con un bellissimo cantato e strumenti elettrici e a percussione dalle schiumose onde psych-freak and soul. Il lato B, invece, si apre con Woman Of A Thousand Years. Un’ottima danza dai connotati psych-progressive, molto ritmata e ben sostenuta. Il successivo brano Change Me è ricco di carica emotiva e strutturalmente vicina alle canzoni dei primi Deep Purple. Con It Takes A Woman, gli Arcadium tornano a ritmi più sostenuti ed incalzanti, dilettandosi in assoli di chitarra da capogiro. Il disco si conclude con Birth, Life And Death, altra suite caratterizzata da assoli di chitarra sovraumani e taglienti, tecnicamente elaborati, che dominano le impetuose cavalcate strumentali e vocali del brano.

Chi erediterà la fine predetta dagli Arcadium, sicuramente non avrà il tempo di pentirsi di non aver mai ascoltato Breathe Awhile. Se invece credete di avere ancora il vostro tempo per ascoltare attentamente il disco una seconda volta senza pensare che ci sia una pena capitale, allora o siete peccatori o seguite la profezia adorando il Diavolo. Fate tutto ciò fin che l’ultimo respiro non vi separi. Amen

Massimo Moretto