THE LUST SYNDICATE
“Capitalism Is Cannibalism”
(Trisol, 2019)
The Lust Syndicate è la sigla utilizzata da Simone Salvatori, front-man degli Spiritual Front, per il suo nuovo progetto. L’album di debutto intitolato Capitalism Is Cannibalism, uscito lo scorso 18 Gennaio per la Trisol Records, si presenta musicalmente diverso da quanto pubblicato fin’ora. Questa evoluzione o involuzione non meraviglierà affatto chi conosce il ricco background dell’artista, passato indenne all’avvicendarsi delle mode creando uno stile personalissimo che lo ha contraddistinto e fatto apprezzare soprattutto nelle esibizioni dal vivo. Ma procediamo con ordine andando a parlare di questo lavoro che si compone di dodici brani (estesi a diciotto nella versione CD) tutti collegati tra di loro dalle tematiche trattate nei testi; le canzoni sono intervallate da spoken’ che danno alla struttura del disco la forma di un concept-album. La denuncia aperta verso i grossi poteri forti di un capitalismo consolidato che di fatto limita fino a cancellare ogni singola libertà individuale è l’incipit trainante di questo esordio. Siamo difatto schiavi di una macchina evoluta, intelligente e suprema; una massa facilmente influenzabile dalle lobby e dai suoi strumenti a disposizione dove il potere ha le sembianze proprio di un cannibale (da qui il titolo). Sullo sfondo la musica, un vortice di impulsi metallici dove post-punk, elettronica, industrial-noise e pop si incrociano divenendo quasi una sorta di mantra cerebrale che conserva comunque intatta la forma canzone. Simone Salvatori attraverso alcuni videoclip utilizza i loro stessi strumenti mediatici cercando di sortire lo stesso effetto e le immagini di Death Moves Toward Us sono l’antitesi al capitalismo divoratore (e alla sua manipolazione lussuriosa). Nei circa 45 minuti dell’album emerge il suo reale talento (e qui ammetto di essere di parte) ed il suo linguaggio espressivo con un cast composto solo per citare alcuni nomi da Gary Carey (Joy Of Life), Caroline Jago (Sol Invictus), Sean Ragon (Cult Of Youth) tra altri di assoluto rispetto. Su queste pagine ho giudicato Amour Braque miglior disco del 2018 e nonostante siamo soltanto in Febbraio ritengo che questo LP sarà uno dei più importanti dell’annata, così poetico nel suo estremismo da non poter sfuggire all’ascolto dei più attenti appassionati. Raccomandare lavori come questo diventa obbligatorio.
Luca Sponzilli