MUNSHA
"2 Gates"
(Perfect Entropy / Glitch Music, 2017)
Munsha è lo pseudonimo sotto cui si cela la giovane Daniela Lunelli, cantante, violoncellista, sound designer e performer italiana con sede a Berlino dal 2014. Ha iniziato a studiare pianoforte a solo otto anni, e, poco dopo, canto e violoncello. Il suo percorso artistico la porta a collaborare all’nizio con diverse band dark-wave e punk, ma dopo pochi anni l’obiettivo principale dell’artista diventa la musica contemporanea, l’elettronica e la ricerca vocale. Contemporaneamente, ha iniziato la formazione come cutter, sound designer e produttrice e post-produttrice per film. Grazie al doppio background, accademico e come musicista sul palco, crea uno stile in cui la grinta della musica rock convive in strutture armoniche non convenzionali, i suoni concreti si fondono in melodie dark-wave anni ’80 e sospensioni armoniche di elettronica intimista. Il risultato è un’armonia di suoni in cui nessun elemento è protagonista, ma ognuno è essenziale per l’esistenza della struttura stessa, le parti ritmiche compaiono e scompaiono per aprirsi in ambienti rumorosi e minimalisti, in cui la voce ne è il fattore chiave ma allo stesso tempo parte armonica di un tutto.
Dopo una serie di collaborazioni con diversi artisti in ambito electro e sound design (Max Maffia & Empty DayBox, 42 Wiredbeasts, Thorbjorn Sjogren, Farfstudio) la Lunelli approda nell’aprile del 2017 alla sua prima prova personale con 2 Gates, album intimista e ispirato dato alle stampe dalla Perfect Entropy / Glitch Music in un accattivante artwork digipack che ben rispecchia il contenuto del suo lavoro. Registrato a Berlino, dall’iniziale Through A Funnel, ipnotica e siderale fino alle sperimentazioni ritmiche di And Falls, l’album si anima di 8 traccie personali e ben strutturate. Le vibrazioni ambient-noise di The Ticking Throat, i vocalizzi minimalisti di Spreads, i suoni oscuri e rarefatti di On Crackling Kisses, dove la voce della Lunelli ci arriva nella sua più controversa tensione. Chiudono il viaggio The Iron Lung, che ci catapulta in territori quasi dark-dub, Swallows Steps, una electrobodydance avvincente ed Until Shames.
Una buona prima prova per Munsha, che ci fa ben sperare per i lavori futuri, non ci resta che attendere.
Marco Frastuoni