COLD MEAT
"Jimmy's Lipstick"
(Static Shock / Helta Skelta, 2016)

Debutto su 7″ per questa band proveniente da Perth, Australia, prodotto attraverso la collaborazione della londinese Static Shock e l’australiana Helta Skelta sia in download digitale che in vinile rosa solo su ordinazione. Formazione varia, i cui membri militano in diverse band della scena punk quali Plastic Bags, Earth Bastard ed Helta Skelta, erano già approdati sul mercato discografico con una tape limitata a 150 esemplari nel dicembre 2015, uscita che già metteva in risalto le bambinesche e nevrotiche grafiche utilizzate dal collettivo australiano e raffiguranti mistress con tanto di frustino che vomitano di tutto in bocca allo sfortunato di turno, oppure, come nel caso dell’uscita in questione, rossetti sbavati e schiacciati, simbolo di ribellione contro l’estetica femminile, il maschio beota, ed elevazione di una figura di donna forte.

Lavoro decisamente incisivo e velocissimo, Jimmy’s Lipstick si compone di circa nove minuti di garage punk femminista contemporaneo tagliente e divorante, dove sicuramente ha la maggior rilevanza la voce della leader, così arrabbiata e portata allo stremo delle sue possibilità da lasciare nell’ascoltatore un senso di rabbiosa frustrazione e condensamento nervoso di raro impatto. Pezzo più rappresentativo dell’approccio dei Cold Meat è sicuramente Praying To The Gaps, che tra scatti ritmici e chitarre farraginose di matrice garage contemporanea lascia che la voce ci vomiti addosso un livore ed una disperazione atti a sporcare ciò che di pulito restava nel suono. Tra marce nevrotiche (I Hate Myself), proiettili perforanti (Au Naturel) e vorticosi calci in bocca (Exemple), questi nove minuti di puro odio contro relazioni tossiche, sottomissione e dubbi esistenziali vi travolgeranno senza ritegno.

Lorenzo Nobili