FABRIZIO TESTA
"Free Camilletti!"
(Fonetica Meccanica, 2016)

Chi ha sondato in lungo e in largo il peculiare universo musicale del milanese Fabrizio Testa sa più o meno cosa aspettarsi all’uscita di ogni nuovo lavoro che ne porta il nome, in totale distacco dalla controparte cantautorale e malinconico-descrittiva di cui si nutre il suo progetto collaterale Il Lungo Addio. Minimalismi sperimentali, testi evocativi, teatrali, assurdi e profondi allo stesso tempo, recitati, cantati o urlati fanno parte della sfera sonora di Testa, che racchiude ogni sua scintilla creativa all’interno di lavori dalla durata breve e concisa, senza eccedere ma nemmeno limitandosi. Soprattutto i primi due lavori dell’artista (Mastice e Morire, rispettivamente del 2013 e 2014) videro la collaborazione dello spirito affine di Alessandro Camilletti, altro nostro grande paroliere ed interprete vocale negli Psicho Kinder.

Come a voler brindare ad un sodalizio fortuito ed in linea con i dettami compositivi di entrambi, Testa fa uscire per Fonetica Meccanica – che già si era occupata di alcune uscite a nome Psicho Kinder – questo Free Camilletti!, tributo alla collaborazione avuta in passato con l’artista marchigiano attraverso quattro remix di vecchi brani di Testa cantati da Camilletti e tratti dai due album d’esordio sopra citati, un remix di Testa di un brano degli Psycho Kinder ed un pezzo inedito che porta il nome dell’album, il tutto concentrato in 13 minuti scarsi di ascolto, come era giusto aspettarsi. Seguendo il dettame di un filo conduttore che va a propinarci una “Easy Listening For Nihilistc Youth”, paradosso comicamente assurdo tipico di Testa presentato tra l’altro con una copertina che omaggia i Death In June, veniamo accolti dai colpi asettici e le parole di Camilletti che formano il dance remix della breve Terreno K, per poi ritrovarsi tra i minimalismi paranoidi e beat acidi che compongono il remix di Un Uomo, dall’aura più melodica e meno dura nella voce di Testa rispetto a quella più tagliente dell’originale versione wave a nome Psycho Kinder. Unica traccia inedita, la title track che segue propone un campionamento vocale di un monologo sul nichilismo, mentre campane, sospensioni di organi e afflati vocali ne dipingono lo sfondo. La triade finale è tutta lasciata alle vocal che Camilletti prestò a Testa ai suoi esordi, qui manipolate dal secondo per una resa più variegata rispetto agli afflati ambient che ne musicavano il verbo. Così il racconto su Marco Pierantoni scorre a braccetto con una triste danza di piano, Saronno abbandona i suoi loop originali per un pulsare minimale sul quale si staglia lo spoken word altoparlato di Camilletti, mentre Cesenautico ed il suo testo visionario concludono il lavoro tra loop sporchi e gravi note di piano.

Perfetto esempio di rispetto reciproco, di giocosa collaborazione e amicizia musicata, un incontro di menti creative e fuori dagli schemi all’insegna di un minimalismo estremo dal lato sonico protetto da una inscalfibile corazza verbale, nell’attesa di altre fortunate collaborazioni tra questi due nostri artisti a tutto tondo.

Lorenzo Nobili