LUMPY & THE DUMPERS
"Huff My Sack"
(Lumpy / La Vida Es Un Mus / Anti Fade, 2016)

Lumpy & The DumpersSfacciati, impudenti, triviali, in altre parole stupefacenti. Dopo una serie di 7″ ed alcune cassette oggi ovviamente introvabili, i Lumpy & The Dumpers consegnano il loro primo mini album, 9 brani di una crudezza inaudita che vanno a comporre un gioiello lurido e dal titolo programmatico: Huff My Sack (per chi ha poca pratica con gli slang più estremi c’è sempre il buon urbandictionary.com …). sia come sia, i pazzoidi di Saint Louis ci danno giù dall’inizio alla fine e il risultato è un LP a metà tra l’hardcore più affilato e il punk-rock più abrasivo e scanzonato. Il disco è uscito il 20 maggio scorso per Lumpy Records (Stati Uniti), La Vida Es Un Mus (UK) e Anti Fade Records (Geelong, Australia): un lavoro che finisce per celebrare l’approccio sporco e sgraziato, lumpy, del frontman Martin Meyer.

Soci dell’altra accolita di pazzi scriteriati che risponde al nome di Ausmuteants, Lumpy & The Dumpers dimostrano (e noi li amiamo per questo!) totale coerenza rispetto a quell’attitudine nichilista e depravata già evidenziata in brani come Sex Pit, Gnats In The Pisser e Face The Meat (anche qui, andateci giù di urbandictionary, oppure telefonate al cugino emigrato dalla Calabria: non resterete delusi …). Un’attitudine filthy che i nostri riproducono senza mezzi termini anche nel corso di live-show assolutamente memorabili come quello del video che potete visionare accanto a questa recensione, un concerto del 20 maggio al Marrickville Bowlo di Sydney condito dalla piacevole nonché disdicevole incursione di alcuni tipi nudi sul palco ….

Di Huff My Sack ricorderemo il brano di apertura, Huff My Sack appunto, title-track nella quale Meyer è bravo a mettere subito in campo quel modo di cantare sporco e piagnucoloso che tanto piace ad orde di disadattati come il sottoscritto. Siamo nel punk-rock più genuino e il suono di bottiglie che si infrangono non è che il giusto condimento ad un pezzo già bellissimo di suo. Delle 9 canzoni dell’LP solo due superano i 3 minuti e nel complesso si tratta di rock’n’roll nella sua forma più grezza, punk-rock se si vuole, ma pur sempre rock’n’roll diamine!!! Occhio poi all’arrembante I’m Gonna Move To New York e Looney, riadattamento di Loony, b-side degli Slime (Londra, 1978), forse anche più cruda della versione originale. Spettacolari pure Pee In The Pool, in cui Meyer non si limita a raccontarci quanto ami pisciare in piscina, la caotica Nix Nix Nix Nix e il brano di chiusura, Spider Bite, che dà l’ultimo, lercissimo colpo di coda ad un disco talmente rivoltante da risultare imprescindibile.

Vincenzo Sori