PHIL TOMSETT
"Broken Memory Machine"
(Fluid Audio, 2015)
La Fluid Audio è la label della quasi omonima emittente radiofonica britannica Fluid Radio. Focalizzata nella ricerca di frequenze sperimentali, appare chiaro che stili come l’ambient, post-classica, acustica, folk ed astrattismo finiscano per coniugare questa esigenza con l'”esplorazione interiore attraverso l’espressione musicale”. Decine su decine di release di ottima fattura, piacevoli all’ascolto quanto all’occhio, che meritano sicuramente di essere approfondite.
La prima, in ordine di scoperta, è Broken Memory Machine (2015). Phil Tomsett, il suo autore, è un compositore e sound artist conosciuto anche con il moniker di The Inventors Of Aircraft. I suoi lavori sono principalmente incentrati sulla fusione di un ambient sperimentale con quella che si può definire musica “post-classica”, attraverso la combinazione di strumenti analogici e digitali, field recordings e live acoustic. Dieci tracce, ognuna con una propria identità, ma guidate da un unico filo conduttore: “A narrative of loss, journey and resolution; an orphaned brother and sister search for sanctuary on the roads of a broken british landscape”. E allora provate ad immaginare la solitudine, la perdita, il viaggio di questi due fratelli nelle sconfinate campagne inglesi, imbruttite dalla crudeltà umana, cosparse di rottami, sotto un cielo grigio cenere, pronto ad esplodere. Un percorso ostile, a tratti oscuro, che si apre con la fredda She’s Gone, il cui suono sintetico e nervoso si placa nella quiete della successiva The Long Quiet Highway, dove gli archi dominano la scena. I Dug This Hole Myself genera sentimenti contrastanti, con un intro e un closer gelidi, intervallati da un leggero sussulto armonico, definitivamente spazzato via dall’oscuro dinamismo di Midnight Furnace. La quinta traccia, Happiness Morning, si caratterizza per una fluida spensieratezza, insolita, ma piacevole, spianando la strada a quella Gunmetal Skies dall’ipnotico magnetismo. Le palpitazioni di And Wandering Livestock, invece, vengono sopraffatte dalla naturalezza di Chasing Cloud Shadows, chiusa da un nefasto rumore di aerei da guerra. Ci si avvia verso la fine, non prima, però, di poter assaporare le splendide sensazioni uditive generate dalla title-track, una vera e propria poesia. Chiude il dark-ambient di Parentless.
Un disco senza compromessi, questo di Phil Tomsett. Un oscuro romanticismo, liberamente ispirato al film “The Last Of England”, di Derek Jarman. Impossibile non venirne conquistati. Consigliato!
Gerry D’Amato