LE TIGRE
"S/T"
(Mr. Lady, 1999 – Wiiija, 2015)
Non poteva che essere un trio di sole donne quello messo in campo poco meno di una ventina d’anni or sono da una delle più ferrate attiviste che la storia del movimento femminista made in USA ricordi, Kathleen Hanna. Conclusasi l’eccitante esperienza Bikini Kill, Hanna rientra a Portland dove stringe i rapporti con una fan di vecchia data, tale Johanna Fateman, conosciuta proprio in occasione di uno dei suoi concerti. Nel 1998 Johanna si trasferisce a New York ed Hanna la segue coinvolgendo lei e la regista Sadie Benning, con la quale aveva collaborato poco tempo prima in quel di Chicago alla realizzazione di un videoclip, nei live show dell’esordio del suo nuovo progetto solista, Julie Ruin. Prendono forma però dei nuovi brani, che finiscono su questo primo omonimo album targato Le Tigre, uscito per la Mr. Lady di Tammy Lae Carland, altra vecchia conoscenza di Hanna, e ristampato lo scorso anno dalla londinese Wiiija nella stessa e identica veste dell’edizione originale con tanto di inserto corredato di testi.
La band paga un notevole tributo alle Bikini Kill trascinandosi dietro tutta la loro carica eversiva, colorandola di pop e adattandola alle nuove tendenze “analogiche” e danzerecce. Kraftwerk, Pylon, Polyrock, Human League, Tubeway Army, Ultravox ma anche echi di C86 e Raincoats sono solo alcuni degli spettri che si aggirano tra i solchi di quella che Hanna definisce una “feminist pop music”. Il disco riscuote un buon successo, soprattutto grazie al brano di apertura, Deceptacon, che mette subito in gioco i caratteri distintivi dell’album: basi ritmiche trascinanti, umori electro-pop, cantato decisamente “snotty”. Sui deliziosi e variopinti cut-up sonori come le marce funebri elettricamente macabre e desolanti di Dude. Yr So Crazy!!, lo psycho-beat ed il garage-beat nervosi e coinvolgenti di Friendship Station e My My Metrocard, i motivetti sintetici di Les And Ray o gli scenari spettrali di What’s Yr Take On Cassavettes, è la terna The The Empty, Phanta e Eau D’Bedroom Dancing a spiccare dapprima picchiando minacciosamente con rabbia urlata, poi scavando nelle ferite inferte con incedere robotico e industriale infine adagiandosi(ci) in un coma struggente. Il tutto teso a veicolare forti messaggi femministi anche attraverso omaggi a personaggi chiave nella lotta contro la disparità dei sessi (solo in Hot Topic se ne contano più di 50).
Molto di quel filone “electro” dai rimandi garage emerso dal sottobosco punk che sta deliziando i nostri timpani da più di tre lustri è senza dubbio partito anche da qui.
Salvatore Lobosco