THE HOTELIER
"Goodness"
(Tiny Engines, 2016)
A due anni dal clamoroso e flash(ato) Home, Like Noplace Is There, la band americana degli The Hotelier torna in circolo con un secondo album, Goodness, un bel ricostituente sonoro che agisce immediatamente sulle corde emozionali di chi presta orecchio a queste tredici tracce, un bella mescola di ballate, pop punk, power pop e nu-emo che nella loro terra già svettano sull’audience di massa eleggendo la formazione a protagonista esclusiva del nuovo underground a stelle e strisce.
Disco da play a raffica, musica giovane per generazione giovane, dentro ci sono le difficoltà, disillusioni, amori, sfighe, incomprensioni e tutto il necessario per combattere la noia di una vita piatta e grigia; non mancano echi alla Police Goodness Pt.2, Settle The Scar, Sun, certi Counting Crows Two Deliverance, la ballatona da accendino acceso Opening Mail For My Grandmother, il pizzicore emo You In This Light e quegli aliti eccelsi dei REM che in End Of Reel fanno venire la pelle d’oca tra malinconia ed occhi liquidi.
Il trio di Worcester (Massachusetts) coinvolge e piace, e a parte la copertina “poco o per niente eccitante”, tutto scorre bene e la vostra discoteca personale sentirà il bisogno impellente di ospitare questo disco tra le migliori novità di questa bollente estate 2016.
Max Sannella