URANIUM CLUB
"Human Exploration"
(Static Shock, 2016)
Originariamente edito nel formato cassetta, viene a distanza di un anno ristampato in vinile via Static Shock Records questo esordio degli americani Uranium Club, quartetto proveniente da Minneapolis (città che ha dato i natali ai leggendari Husker Du) dal titolo Human Exploration.
Gli Uranium Club sono sostanzialmente un gruppo punk sebbene siano evidenti le influenze di una certa new wave di fine anni ’70. L’impatto sonoro che si ha al primo ascolto dell’album è semplicemente devastante. Violenti, dissociati … i testi, ambigui ed incoerenti, sono vere e proprie mine vaganti, lontani da un qualsiasi intento di raggiungere il più ampio pubblico possibile. La voce metà urlata di Brendan Wells si estende tra le variazioni della lancinante chitarra fuzz e la ritmica rabbiosa ottimamente eseguite dal resto del gruppo.
Apre l’album Black Semen che ricorda i Wire di Pink Flag; il secondo brano fa il verso ai Devo di Are We Not Men; le successive The Misadventures Of Prissy Krissy, Operation, The Collector e Vanishing Point sono un hardcore evoluto in(m)-perfetto stile DIY. Nella penultima Sun Belt, canzone alla Fall, fanno nuovamente capolinea i Wire. Chiude questo lavoro la breve Outro.
Nonostante il clima che si respira all’interno dei solchi di questo vinile risenta della provenienza geografica della band, questi Minneapolis Uranium Club (così si facevano chiamare agli esordi) risultano essere completamente diversi dalle nuove proposte in chiave revival. Le stesse sensazioni le ho provate ascoltando i micidiali Masey Fade, cult band di inizi anni ’90. Inoltre dal vivo sanno costruire interessanti linee melodiche dimostrando un indubbia originalità. Assolutamente da avere.
Punx not dead!
Luca Sponzilli