MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO
"Old School"
(Indiebox, 2016)
Un indiavolato ruggito straborda da questo bel disco, Old School, un ingranaggio ibrido di irish, punk folk, kilt & Jameson, pogo invalidante e baccanale infinito di attitudini traditional, un disco che strappa l’anima, infiamma lo spirito e – se non sei forte – pure gli apparati riproduttivi per l’energia cinetica che sprigiona.
È il nuovo disco dei mantovani Mosche Di Velluto Grigio, non una band ma un panzer formato band che scatena tutto lo scatenabile, una perfetta macchina sonica che stritola ascolti su ascolti, e lo fa con la naturalezza di un diesel che man mano snocciola le proprie ballate e più prende vigore e fuoco, uno di quei dischi che segna la pelle e l’immaginazione di antichi fasti celtici.
Inediti e rivisitazioni “customerizzate” di classici come The Boy Who Wouldn’t Hoe The Corn, Amazing Grace, Foggy Dew, e poi la voce alcolica di King Cagno, thin wistle Lu Rusciu Te Lu Mare, cornamuse, banjo, jigs sudaticce Jesse James, poesia verso il cielo The Auld Triangle e pandemoni inverosimili che vi faranno perdere chili e allontanare per un tot dalle masturbazioni della quotidianità North-West Passage. Della serie “grandi cose” in movimento.
Che un St. Punk(trick) sia con voi, noi, tutti!
Max Sannella