TIDES FROM NEBULA
“Safehaven”
(Long Branch, 2016)
I polacchi Tide From Nebula approdano al loro quarto disco, Safehaven, ed è immediatamente enfasi strumentale struggente, un vertice di pathos e suggestioni post rock che fanno volare il paragone a lontani – ma poi non troppo – God Is An Astronaut, Slowdive, una lista sonora in cui anche nebbie shoegazer macchiate di psichedelia accompagnano l’ascoltatore in pads cosmici, dentro quelle nebulose aliene che rapiscono i sensi e li ottundono di armonie lattiginose.
Adam Walesznky chitarra, Przemek Weglowki basso, Maciej Karboiwski e Tomasz Stolowsky alla batteria sono al comando di un pugno di atmosfere dove chitarre fastose e percussioni importanti hanno la scena maggiore, la parte portante di un insieme di schegge morbide e imprevedibili che inducono all’ascolto ripetuto, una buona panacea senza parole che scatena sogni e allucinazioni insieme. Tre su tutte, la massa epica di Knees To The Earth, il galattico ombroso Traversing e il raggio di sole che Home aggiunge come omaggio all’intero lotto. Trip garantito!
Max Sannella