WOODS
"City Sun Eater In The River Of Light"
(Woodsist, 2016)
Musicalmente stimolano su più fronti, indie folk Hollow Home, freak folk Morning Light, Can’t See At All, neo psichedelia I See In The Dark e ritmi in levare Sun City Creeps, segni che punteggiano la loro musica di retaggi e avanguardismi da tenere stretti, come una personale borraccia di acqua per tempi incerti o di secche underground. Da Brooklyn il quintetto ibridato dei Woods, una unione umana ed artistica estemporanea che arriva col freschissimo City Sun Eater In The River Of Light, una relazione profonda con la sensualità di un contenitore di primizie sonore che si fa ascoltare, reagisce e lascia in bocca/orecchio le fragranze di un lavoro per tutte le stagioni, per quelle giornate da tinteggiare a colori.
Tutto trascina da questa tracklist, una sostanzialità FM ed una capacità trasmissiva a scorrimento brioso che imperversa e funziona alla grande, quei lavori discografici che sembrano concepiti – ed effettivamente lo sono – per schiaffeggiare la noia e copulare con l’ottimismo, soli e lune piene come in una cartolina virtuale che ti arriva giocosa e stilosa da un pianeta a parte che vorresti abitare immediatamente.
Le tentazioni sonore che la band americana offre sono tante, ma il falsetto della dondolante The Take ed il beat 60s che strizza in Politics Of Free sono i campioni in assoluto di questo disco inaspettato che arriva e si toglie lo sfizio di farsi coccolare seduta stante.
Max Sannella