LITHICS
"Borrowed Floors"
(Water Wing, 2016)
I Lithics sono un quartetto dell’attuale panorama underground americano proveniente da Portland, Oregon, città che ha dato i natali a due leggende della scena garage-punk mondiale, The Kingsmen e Miracle Workers. Borrowed Floors uscito quest’ultimo marzo 2016, è il loro album d’esordio in tiratura limitata in vinile di sole 300 copie e questo è in sè una particolarità per una band nata sul finire del 2014. Musicalmente lontani da una qualsiasi certa ed inutile modernità, i Lithics capitanati dalla vocalist Aubrey Hornor, propongono un suono vicino a certi sperimentalismi sonori di due cult-band di inizio anni ’80, Pylon e Prag-Vec. Un gran biglietto da visita; non ricordo, in termini musicali, eredi delle band appena menzionate.
Questo lavoro è composto da dieci canzoni tutte piuttosto brevi, scarne e dirette: infatti solo nella conclusiva Seven People (con una dissonante e folle tromba in primo piano) si supera la soglia dei quattro minuti. L’attitudine punk, o meglio post-punk del gruppo, viene fuori dai solchi del disco che si struttura intorno ai serrati ritmi basso-batteria che si alternano alla vocalità priva d’inquietudine della Hornor. Quanto ai brani presi singolarmente, sono tutti di ottima fattura; Burn On Burn apre l’album che trova, forse, nelle successive Thing In Your Eye, Human Doctor e Shees una più recente modernità (?) dal vago sapore Team Dresch, band della prima metà degli anni ’90 anch’essa, guarda caso, di Portland. Lizard fa invece il verso ai Fall più new wave. Ma i Lithics non si allontanano mai da certe coordinate dove sono evidenti le influenze dei gruppi a cui si ispirano mantenendo, e questo sia ben chiaro, una loro originalità. Borrowed Floors in buona sostanza è un album più che consigliato, che lascerà soddisfatti i fans di una certa new/no-wave e certamente catturerà l’attenzione degli ascoltatori di questa “ennesima” nuova generazione-espressione post-punk (sorry!) … ma attenzione … maneggiare con cura!
Best regards
Luca Sponzilli