CALAVERA
"Funerali Alle Hawaii"
(Libellula, 2016)
Curioso progetto questo del cantautore siciliano Valerio Vittoria, in arte Calavera, di esordire con un titolo fortemente efficace, Funerali Alle Hawaii, si curioso e coraggioso che andrebbe premiato anche solo per questo. Si è sempre cercato di scovare fino a che punto nuovi artisti potevano e possono rendere strano un loro disco, e si è centrato proprio questo lavoro, nove brani di riflessioni, occhiate, intimità e quant’altro faccia “personalità” d’espressione “altra”, di quelle prosaiche indipendenti che distillano chili di strategie originali.
Come carta d’identità un disco trasversale, un colore? Scuro, peso specifico? Impalpabile nella sua cromia indie pop cerebrale e un vizio di fondo? Senza dubbio alcuno la vera sincerità introspettiva, un ascolto che ricrea interiormente sbocchi rispecchianti animo e profondità poco riscontrabili nelle turbolenze underground last minute.
Immaginario e concretezza in un volo unico, i tempi spezzati che regolano La Libertà Nascosta, la psichedelica liquida Mentre Dormi, Come I Fiori, un brivido di energia Nuovi Modi Di Capire e la solennità deeply che bagna Le Cose Non Risolte (Parte Uno e Due), piccoli dettagli inediti per un senso suggestivo tra atmosferico e sognante. Buona la prima!
Max Sannella