DIONYSIS SAVVOPOULOS
"Ballos"
(Lyra, 1971 – Lyra, 2011)

Dionysis SavvopoulosLa diffusione planetaria del rock dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra fin dalle sue origini, ha avuto in maniera sempre crescente un profondo impatto su tutte le tradizioni musicali del mondo. Il suo contatto con la musica tradizionale del posto crea un nuovo stile transculturale o transnazionale. Infatti quando le innovazioni culturali e musicali provenienti dall’estero sono mescolate con gli stili e le tradizioni autoctone nascono nuove espressioni artistiche e convenzioni sociali, le quali danno una forte spinta al cambiamento, adeguandosi però sempre alle diverse identità nazionali che incontrano. In Grecia fu il compositore e musicista Dionysis Savvopoulos, colui che influì maggiormente tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 in questo processo di meticciato musicale. Usando la lingua madre su basi strumentali ricche di vari elementi musicali greci e mediterranei, mescolati con il rock, si può dire che questo padre della controcultura locale abbia inventato un nuovo tipo di rock dalle radici elleniche. Non è possibile, infatti, redigere liste dei migliori LP di rock greco senza citare almeno uno di questi suoi storici album To Perivoli Tou Trelou, Ballos e Vromiko Psomi. Tra questi Ballos è forse il più ambizioso e audace, edito nel 1971 dalla “eroica” Lyra la prima e più grande label indipendente greca, fondata ad Atene nei primi anni ’60. In una Grecia sotto dittatura militare, quella famigerata dei colonnelli, in cui prevaleva la musica elafrolaika (canzonette leggere e innocue accettate dal regime), il dissidente Savvopoulos, anche se reduce da un periodo di prigionia e tortura a causa delle sue convinzioni politiche, impavido, alla Fela Kuti, pubblicò un long playing, per l’appunto Ballos, con coraggiosi testi sarcastici a sfondo politico, intonati e declamati dalla sua roca e carismatica voce e con un primo pezzo omonimo dalla sovversiva durata antiradiofonica di quasi diciassette minuti.

Occupante la prima intera facciata del vinile il pezzo Ballos è una coinvolgente danza psych-prog-folk senza frontiere: tempi dispari balcanici, musica greco-turca, percussioni africane, delicate parti di flauto, fiati jazz/bandistici, zampogna macedone e piano, tutti “incasellati” alla Zappa in modo molto dinamico e progressivo, su una struttura rock dalle trascinanti linee di basso e dai validi assoli di chitarra elettrica. Un vero tour de force con un tema principale davvero epico ed esaltante, che tornando di continuo “rinforza” l’equilibrio della lunga suite. Il secondo lato, più convenzionalmente suddiviso in sei brani, non si mantiene sullo stesso livello, spiccano tuttavia Kileler con i suoi rimandi a Captain Beefheart e O Paliatsos Ki O Listis cover della dylaniana All Along The Watchtower riarrangiata in maniera davvero originale.

Concludendo il consiglio è quello di recuperare quest’album (ristampato dalla Lyra in CD nel 2011), ottimo esempio di incendiario “Rock In Opposition” dai molteplici “balli” folk, sconosciuto da noi, ma non in Grecia, dove Savvopoulos e la sua musica sono sempre stati popolari tanto che nel 2004 fu suonato anche un suo brano nella cerimonia di chiusura dei giochi olimpici di Atene.

Danilo D’Alessio