NAKED LIGHTS
"On Nature"
(Autoprodotto, 2015)
Oakland, California, patria di illuminati visionari psych, artisti punk danneggiati ed oscure sagome voodoo, è la conturbante terra d’origine di questa creatura dirompente, artefice di questo EP (4 pezzi) autoprodotto, a nome: Naked Lights. Giovanissimi, i Naked Lights tingono, in quest’ultimo parto, i nastri di sonico alluminio, proiettandoci nel vortice di una conturbazione emotiva alle soglie dell’eccellenza. Composizioni nervose ed impulsive che ci arrivano come un lampo di adrenalina pura, art-post-punk noise, come vetro dopo un conflitto a corpo nudo. On Nature suona deciso, sperimentale e stimolante. C. Stephens, C. Hash, C. Sprague, A. Crispin, J. Lindenfelzer sono, a turno, i corruttori morali di queste oblique sonorità. Questa è gente che suona, che vuol farsi sentire, gente romanticamente alienata. Registrato a Santo, tra il 2013 e il 2015, l’EP vede la luce solo nel marzo di quest’anno. Dopo la casetta Kukulkan Pyramid e l’album Chime Grove, che vi consiglio di reperire (già preludio di un percorso compositivo fatto di originalità e provocazione), arriva On Nature, una conferma. Voce, chitarra, basso, batteria e tastiere creano un vortice di suoni affascinante ma disturbante, debitore al punk e al post punk senza dubbio (anche alla no wave) ma fresco e dinamico come non mai.
L’EP si apre con la “snaturata” On Nature, 2 minuti e 37 secondi come preludio a un disco senza una sola caduta di tono, un “gran guinol” di art-psych-obscure-post noise allucinato e paranoico (la lezione Sonic Youth in primis). Davvero affascinante. La successiva Nicht Leiden non è da meno, ruffiana e tagliente, minacciosa nelle chitarre ultranoise e nella batteria tribale in crescendo. Un colpo! La voce si contorce, il finale poi è delirante. I Naked Lights colpiscono, decadenti quanto basta, sono un colpo ai sensi. Si continua con il terzo pezzo dal sapore magico e dai suoni più ragionati che mette ancora di più in evidenza la graffiante voce della Stephens, qui bravissima nel creare vocalizzi alterni ed alterati in quella che è la composizione più articolata del disco. Una sognante e graffiante no wave rivisitata. Sublime! Si termina con i 2 minuti e 53 secondi di Blue Ink … un art killer punk tanto di cappello … chitarra, basso e batteria, davvero micidiali, creano vortici e turbamenti interiori notevoli. Un suono che non ha nessun sotterfugio, nessun compromesso, nessun ripensamento. Il brano termina all’improvviso come reciso da un coltello tenuto nascosto durante tutta l’esecuzione dell’EP. Uno sconcerto!
Nervosi, sporchi, melodici, atonali, post, viscerali, seducenti, noise, ossessivi, sensuali, arrabbiati, oscuri: Naked Lights.
Marco Pantaleone