TERZO PIANO
"Super Super"
(La Fame Dischi, 2015)
Il disco appena edito è un “super super” esordio per i membri poco più che ventenni dei Terzo Piano, nati nel 2010 a Cava De’ Tirreni, in provincia di Salerno, come la classica rock band con due chitarre, un basso ed una batteria. Il loro primo prodotto risale al 2012, Treppi Eppi, EP autoprodotto che fonde alternative rock e new wave. Quando il basso viene sostituito dai synth, il loro sound assume una forma molto più autentica e moderna, che si rivela già nelle prime registrazioni. Una di queste, Loop, viene presentata al concorso “Le Canzoni Migliori Le Aiuta La Fame 2014/2015” e si aggiudica il primo posto, con il quale i Terzo Piano ottengono un contratto discografico con l’etichetta indipendente di Perugia, La Fame Dischi, sotto cui realizzano il loro primo disco ufficiale Super Super. Da quest’ultimo viene fuori il sound della band che, sebbene caratterizzato da influenze differenti, si definisce sempre meglio nello scorrere dei dieci brani piuttosto eterogenei. Riconosciamo un minimalismo elettronico garbato che si fonde con il folk revival delle chitarre acustiche e i riff alternative e power di quelle elettriche. I testi in italiano sono cantati da una voce altrettanto versatile e colorata di suoni diversi a seconda del pezzo che cavalca: a tratti electro pop, a tratti più rock e seguita da cori graffiati.
La prima traccia, Intro, è un sommarsi di loop e di suoni che ben anticipano quelli che ci aspettano nelle prossime tracce. Segue il secondo brano Attratti Super, nonché singolo dell’album, che con un tip-tap obliquo incastrato allo shuffle di cassa e timpano assume un tocco super catchy, che giunge all’apice con il susseguirsi di arpeggi folk, un giro di synth electro e gli “ah ah” delle voci campionate in ripetizione. Il risultato porta per mano una voce trascinante che ben trasmette il senso del testo, “Magneti che si perdono in chiacchiere / Attratti Super siamo io e te”. Loop parte con un ritmo serrato della batteria, un giro di basso ambient ed un suono acustico folk che a metà del brano diventa rock e distorto. Quarta e quinta traccia dell’album sono H (Parte I) e H (Parte II), nelle quali il cantante applica una forma di metalinguismo dichiarando dignitosamente il suo blocco nello scrivere un testo: “Niente mi passa in mente / E quindi non scrivo niente”, “Questo lascio alla gente / Sette minuti, troppi per dire nulla”. Il sound è decisamente funk per la prima traccia, più elettronico per la seconda. Segue Jungle che ricorda i pezzi afrofunky anni ’70 e ’80 e l’atmosfera che viene fuori è proprio quella di una giungla onirica. Ritorna il prefisso “super” con Supervixens e ancora Super 8, due brani che alternano un delicatissimo folk contemporaneo a giri rock aggressivi. In 52 mm torna la chiave catchy con pad e synth elettronici, arpeggi acustici ed una voce soul e suadente. 0 è l’ultima traccia ed è come il riassunto dello stile e dei suoni della band ed in particolare di questo album: sentiamo infatti la chitarra folk incessante, la batteria elettronica, il synth spaziale, i fraseggi di chitarra elettrica ed il basso distorto; il tutto veleggiato da una voce calda e profonda. Una miscela superlativa per i giovanissimi Terzo Piano, che portano sul pezzo buone influenze e talento per un risultato assolutamente piacevole e musicale. Ci aspettiamo delle prestazioni live altrettanto coinvolgenti e ci auguriamo una più che meritata ascesa.
Sara Iandolo