GIULIO ALDINUCCI
"AER"
(Dronarivm, 2014)
Esce per la (russa) Dronarivm il nuovo (bellissimo) lavoro del nostrano Giulio Aldinucci. Già Obsil e membro, insieme ad altri nomi illustri dell’elettroacustica italiana come Francesco Giannico, Alessio Ballerini, Ennio Mazzon, Franz Rosati, etc., del collettivo AIPS: Archivio Italiano Paesaggi Sonori. Il senese centra il colpo con un album che in qualche modo si avvicina al suono 12K (e nello specifico al suo fondatore, sua maestà Taylor Deupree!) ma in modo assolutamente personale.
L’apertura è affidata al noise e ai field che accompagnano la melodia andante di Intermittent Musical Box, cui segue una più intensa e avvolgente Lampara, il cui drone portante tende a distendersi e ad affievolirsi sul finale, lasciandoci in balia dei field che idealmente vanno a svanire e, in qualche modo, a legarsi con i suoni ambientali della successiva sleep with noise. Qui droni di fondo (dai tratti quasi Heckeriani) restano so(ttom)messi ai rumori ambientali che la faranno da padrone per quasi l’intera traccia. Segue Filo Di Voce, uno dei brani meglio riusciti dell’intera opera, il cui andamento sembra essere ritmicamente scandito dalle voci che emergono dalla coltre sonora. Un brano che sembra evolversi e crescere incessantemente per tutta la prima metà, salvo poi asciugarsi, in vista di una nuova partenza, nella seconda parte, la cui conclusione si affida all’organo che in modo quasi impercettibile sembra emergere dai droni. I rumorismi di 1001011011 x 2 fungono da trait d’union ideale tra la prima e la seconda parte dell’album, la cui conclusione, dopo In Mare è affidata ai 9 minuti di Fieno, un altro dei momenti migliori dell’intera opera.
Un lavoro raffinatissimo che conferma il valore di un artista che non fa che confermare ancora una volta grande gusto e ricerca in un ambito sonoro e musicale in cui non è affatto semplice distinguersi con un suono personale come quello dell’artista senese. Da avere, assolutamente.
Anacleto Vitolo