BIG STAR
“Third/Sister Lovers”
(PVC Records, 1978 / Rykodisc, 1992)

I Big Star di Alex Chilton registrarono il loro terzo, e ultimo lavoro, nel 1975 ma venne ufficialmente pubblicato solo nel 1978. Third/Sister Lovers si colloca tra le esperienze più strazianti della musica pop-rock. Appassionato, irregolare e aspro, è il testamento dal suono lento e sprofondante di una band che va in pezzi. E pensare che, per qualche anno, nonostante numerose edizioni illegali, ha corso il rischio di far la fine di uno strascicato e dimenticato relitto musicale. Registrato con la loro etichetta Stax sull’orlo della bancarotta, il suo contenuto trova Alex Chilton in preda ad un esaurimento nervoso, allo stremo e indaffarato a sabotare la sua stessa musica, molto prima che venga demolita da una scarsissima distribuzione, dall’indifferenza del marketing e dal disinteresse delle emittenti radiofoniche.

Le sue canzoni sono casualmente brillanti, sconnesse e frutto di una collisione frontale tra ispirazione e frustrazione. Questo disco è una sorta di profezia che si autoavvera e dove ogni canzone profuma di totale sconfitta, disperazione, promesse infrante. Il sound metallico del gruppo, ispirato dai Beatles e dai Byrds, viene soffocato da momenti spogli, cupi e a tratti deprimenti. Ma l’effetto globale di brani come Kizza Me, Big Black Car, Kangaroo, Holocaust, Nighttime, Blue Moon e Take Care è così devastante, dal punto di vista emozionale, da provocare un’attrazione magnetica dall’effetto inebriante e stordente. Il risultato finale è una delle esperienze di ascolto più vividamente emotive della musica ma anche un’opportunità completamente sprecata per un gruppo dal talento infinito.

Originariamente pubblicato con il titolo di 3RD su PVC Records nel 1978, l’uscita della Rykodisc del 1992 rappresenta l’edizione definitiva di questo capolavoro incompiuto. Le 19 tracce presenti si avvicinano maggiormente all’ordine di esecuzione pianificato in origine, ripristinando l’impatto iniziale previsto dalla musica. Oltre a portare alla luce una cover di Till The End Of The Day dei Kinks e un’interpretazione inquietante di Nature Boy di Nat King Cole, aggiunge anche l’inquietante Dream Lover di Chilton, che distilla i temi più disordinati dell’album in meno di 4 minuti di tormento psichico. Da segnalare la lodevole iniziativa della Omnivore Recordings che, nel 2016, ha realizzato l’interessante Complete Third, un box di 3 CD che ricostruisce il suo “making of” raccogliendo tutti gli elementi superstiti di quelle session a partire dai primi demo fino alle tracce finali che troviamo nelle varie versioni conosciute dell’album.

Marco Galvagni

 

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