Strawberry Fields – Volume 5
A Trip with the …
CARAVAN
“If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You”
(Decca Records, 1971)
Nel 1970 i Caravan pubblicavano il loro secondo album If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You, manifesto del Canterbury Sound, la corrente musicale sviluppatasi nell’omonima città del Kent – da qui il nome – e tra i dischi più influenti del rock progressive. Pye Hasting (voce, chitarre 6 e 12 corde, claves), Richard Sinclair (basso, tambourine), Dave Sinclair (clavicembalo, organo, piano) e Richard Coughlan (batteria, bongos, cimbalini, congas, maracas), ai quali andava aggiunto Jimmy Hastings, quinto componente non ufficiale alla sezione fiati (flauto, sassofono), dopo l’omonimo esordio del 1969, le cui edonistiche sonorità del tempo lasciarono entusiasta il giovane manager/produttore Terry King, firmarono per la Decca nel miglior momento del rock britannico. A differenza dei colleghi di viaggio, Soft Machine, con cui erano stati precorritori della scena, nei Caravan la componente jazz era meno accentuata se non con improvvisi cambi di tempo, peculiarità delle future band progressiste.
Dalle premesse non c’era alcun dubbio che il disco sarebbe stato un capolavoro, i quattro avevano dimostrato talento e capacità compositive fin dalla precedente esperienza come Wilde Flowers (con in formazione Robert Wyatt) o durante le esibizioni nei numerosi festival underground europei come l’Actuel in Belgio dove “free form” con Frank Zappa improvvisarono una jam-session. If I Could Do It All Over Again, I’d Do It All Over You contiene 8 brani (estesi a 12 nella ristampa su CD) alternando tre lunghe medley (And I Wish I Were Stoned, With An Ear To The Ground You Can Make It / Martinian / Only Cox / Reprise, Can’t Be Long Now / Francoise / For Richard / Warlock) ispirate dalle fiabe vocali e dai testi surrealistici di Pye, altrettanti brani (la title-track, As I Feel I Die, Hello Hello) in cui si colgono gli aspetti più puri e spontanei di un particolare momento creativo, più due brevi tracce (Asforteri con la conclusiva Limits), il tutto combinato tra atmosfere freakbeak, quiete inflessioni hippies, momenti psichedelici, nostalgie sixties (il tempo insegna, la musica evolve), spunti jazz e di sperimentazione. Il sequel, In The Land Of Grey And Pink, sarà altrettanto meraviglioso, dal clima free-rock, archetipo dei ’70s, e con inflessioni hard definite negli oltre venti minuti della seconda facciata.
Prologo: nel 1972 il tastierista Dave Sinclair lascerà il gruppo per raggiungere Robert Wyatt nei Matching Mole seguito da Richard Sinclair, il quale si unirà agli Hatfield And The North, contribuendo, nel 1973, alla riuscita del loro debut-biz mentre la carriera dei Caravan proseguirà tra alti e bassi, continui cambi di formazione e reunion.
Luca Sponzilli
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