CLOCK DVA & ADI NEWTON
Oscure propulsioni elettroniche
I Clock DVA sono stati e sono, senza dubbio, una delle band britanniche più originali e rappresentative di tutta la scena industrial/elettronica, capaci, dagli esordi ad oggi, di creare suoni e visioni di forte impatto senso-emotivo, grazie ad un utilizzo mai scontato degli strumenti tecnico/elettronici e audiovisivi. La maggior parte del merito è da attribuire ad Adi Newton, polistrumentista creativo nativo di Sheffield, dedito, sin dalla seconda metà degli anni ’70, a sperimentazioni di ogni sorta. Dal 1978 ad oggi, in quasi 40 anni di attività, i Clock DVA hanno concettualizzato l’estetica cyberpunk prima che il termine diventasse moda, attraverso l’interesse e lo studio tra i rapporti uomo-macchina, portando a termine, in maniera più specifica, il discorso iniziato anni addietro dai tedeschi Kraftwerk. Industriali, free-jazz, analogici, futuristi, dada, concettuali, atonali, provocatori, oscuri, angoscianti, catartici, cibernetici, i Clock DVA, e i gruppi collaterali nati nel corso degli anni, dagli Anti Group Conspiracy al progetto Psychophysicist, hanno eretto un vero e proprio monumento al suono sperimentale grazie ad una ricerca mai scontata e sterile dei suoni, ma sempre diretta e sentita, coinvolgente ed emotivamente sincera.
Sheffield, seconda metà degli anni ’80, i Clock DVA nascono insieme ad altre realtà come Cabaret Voltaire prima e In The Nursery dopo. Adi Newton dà vita alla realtà Clock DVA assieme a Stephen James “Judd” Turner, pubblicando alcune cassette a tiratura limitata, fatte circolare attraverso circuiti alternativi e da cui nel 1980 viene tratto un interessante singolo dal titolo Brigade. Il nome della band prende ispirazione dal romanzo di Burgess “A Clockwork Orange” (“Arancia ad orologeria”). I Clock Dva, fin dai loro esordi, cercano di contaminare e unire suoni (chitarra, sax e batteria) con supporti video, creando da subito un discorso interattivo. La sua prima pubblicazione ufficiale è del 1980 grazie all’attenzione del provocatore Genesis P-Orridge, figura di rilievo del movimento Industral grazie alla sua creatura Throbbing Gristle. È la cassetta White Souls In Black Suits a destare l’attenzione dei media, un incrocio surreale di suoni acid-oriented, funk atonale, cacofonie cosmiche, improvvisazione e dissonanza.
Dal lontano 1980 ad oggi i Clock DVA creano un percorso audio-visivo unico e coinvolgente, dall’album Thirst del 1981 per Fetish Records, un collage di suoni industrial oriented, free jazz uniti ad una decadenza iconografica avvincente. Dopo la morte di James Turner e la pubblicazione dell’EP Passion Still A Flame, Newton intensifica la collaborazione con Paul Brows arrivando ad ottimi risultati. L’album Advantage del 1983 viene accolto da critica e pubblico con grande entusiasmo, un’ulteriore maturazione che intensifica le idee iniziali con grande maestria e convinzione. Post-punk, synth, alienazione, ossessione prendono forma in songs ispirate quali Tortured Heroine, Eternity In Paris e Dark Encounter.
Tra il 1984 e il 1987 Newton si trasferisce in Olanda, dove prende corpo il progetto The Anti Group Conspiracy, un’ulteriore ricerca sonora che approda ad una ricerca sonora di matrice esoterica. Arriva nel 1989 finalmente il disco che dalla critica viene considerato il loro capolavoro, Buried Dreams, il ritmo si fa gelido e oscuro e il suono, attraverso un uso sapiente e sperimentale dei sintetizzatori, diventa alienante e ripetitivo, a volte perverso nella sua sensualità. Immense e catartiche Buried Dreams, Sound Mirror, Velvet Realm, The Act e The Hacker. Un gioiello nel suo genere. Nel 1992 la band, sempre più concentrata sulla figura di Adi, pubblica il concept-album Man-Amplified per l’italiana Contempo Records, logico seguito di Buried Dreams, influenzato dalla letteratura sull’Intelligenza Artificiale e dall’informatica moderna diffusa dall’utilizzo ossessivo dei computer. Arrivano capolavori come Bitstream, Final Program e Techno Geist. Da segnalare anche il live Transitional Voices e la raccolta Digital Soundtracks.
Gli innumerevoli live-act portano la band ad esebirsi con successo in tutto il mondo con un discreto riscontro di pubblico, grazie anche ai suggestivi video che sono da supporto a tutti gli eventi. Ultima produzione della band è Sign, lavoro maturo e di grande fascino, caratterrizzato da atmosfere decadenti e intimiste, liquide e misteriose, un’elettronica oscura e meditativa che trova la sua massima espressione in songs come Return To Blue e Two Souls, The Obsessions Intensifies e Pool Of Shades. A termine dell’esperienza artistica degli anni ’90 viene pubblicato Collective del 1994, che raccoglie i singoli del periodo 1988-1993.
Dopo un enorme silenzio, nel 2013 i Clock DVA tornano con Post-Sign, a rivendicare un posto nello scenario della musica elettronica sperimentale internazionale, fino al luglio del 2014, dove vede la luce l’interessante e ispirato Clock 2, ideato e composto a Salerno, che annovera la collaborazione dell’italiano Maurizio Martinucci, in arte TeZ, già collaboratore con Scanner e Kim Cascone.
Marco Pantaleone