PAUL MCCARTNEY & WINGS
“One Hand Clapping”
(Capitol Records, 2024)

Nell’agosto del 1974, mentre Band On The Run rimaneva stabilmente in vetta alle classifiche mondiali, Paul McCartney e i suoi Wings erano impegnati agli Abbey Road Studios per le riprese di un documentario e di un possibile album in studio dal vivo dal titolo di One Hand Clapping, che non venne mai pubblicato ufficialmente. Il filmato, della durata di un’ora, fu terminato e richiesto da varie emittenti televisive ma, insieme alle sue registrazioni, venne accantonato forse a causa di alcuni momenti che mostravano attriti tra i vari membri del gruppo. Un progetto assimilabile a quello del film “Let It Be” dei Beatles: entrambi documentano infatti il lavoro in studio di registrazione. Ma se per i Beatles si trattava delle prove per il nuovo disco e le finalità non erano del tutto chiare nemmeno a loro stessi, per i Wings lo scopo di prepararsi per un nuovo tour era un dato assodato. Filmato e registrato in solo 4 giorni, l’uscita di One Hand Clapping rappresenta una ghiotta occasione per tutti gli appassionati di McCartney.

Nel corso degli anni sono circolati diversi bootleg di ottima qualità e buona parte di esso è apparso ufficialmente come materiale video aggiunto nell’edizione di Band On The Run del 2010. Tuttavia con questa release ufficiale, con tanto di artwork originale, è la prima volta che vede la luce l’audio del filmato insieme ad alcune tracce registrate a telecamere spente. One Hand Clapping ha introdotto la nuova formazione degli Wings di ritorno da Nashville, dove registrarono il singolo rock da classifica Junior’s Farm, impegnata ad affiatarsi per quello che sarà il futuro tour trionfale. Dopo l’improvvisa partenza di Henry McCullough e Denny Seiwell, l’anno prima alla vigilia della registrazione di Band On The Run, Paul, con la moglie Linda e Denny Laine, si unirono al dotato chitarrista Jimmy McCulloch, al batterista Geoff Britton e al sassofonista Howie Casey come ospite. Una line-up instabile che non è durata a lungo, visti i continui attriti tra McCulloch e Britton, ma che per alcuni giorni, in quel lontano 1974, e per le prime registrazioni di Venus And Mars, pareva funzionare.

E sotto questa prospettiva One Hand Clapping è il suono della nascita di una band meritevole di essere valorizzata come entità. L’album si apre con una jam strumentale che sarebbe diventata il tema portante del programma e contiene interpretazioni live in studio di celebri hit dei Wings (Hi, Hi, Hi, Live And Let Die, My Love, Band On The Run, Jet, Junior’s Farm), interessanti performance di brani ingiustamente considerati minori (Wild Life, Bluebird, Let Me Roll It, Nineteen Hundred And Eighty Five), interessanti inediti (Soily, All Of You, I’ll Give You A Ring in una versione molto simile a quella che finirà sul lato B di Take It Away nel 1982), classici dei Beatles rivisitati (Let It Be, The Long And Winding Road, Lady Madonna), assaggi del Paul solista (Maybe I’m Amazed), un ricordo di Denny Laine dei Moody Blues (Go Now) e una ripresa dell’antica Baby Face di Art Mooney.

One Hand Clapping ha il pregio di catturare il preciso momento in cui i Wings trovano e definiscono il loro sound caratteristico. Questa registrazione informale offre uno spaccato dei meccanismi interni della band durante il lavoro in studio evidenziando anche l’incredibile talento di Paul come artista dal vivo. Se paragonato al monumentale e lussurioso triplo dal vivo Wings Over America del 1976, sembra quasi un prodotto amatoriale. Ma con ogni probabilità, questo era l’intento di McCartney: voler tornare alle origini, suonare con rinnovato spirito e con poche pretese. Ed è esattamente ciò che ha ottenuto con One Hand Clapping, una dose di distillato ruvido, libero e immediato della sua arte musicale.

Marco Galvagni

 

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