BLUME
"Autumn Ruins"
(WTII, 2013)
I Blume sono una delle più affascinanti realtà dell’elettronica di matrice synth-pop nata in Italia negli ultimi anni (2008). I Blume sono un sogno, che si apre verso l’infinito, creando nuovi universi e nuove catarsi. L’immaginario Blume svela scenari dell’inconscio e il suo suono colpisce e scolpisce, entra dentro l’anima, prima per accarezzarci come una poesia, poi per turbarci come un incubo. Elettronica pura, cristallina, romantica e decadente, debitrice di cult-band storiche come Depeche Mode e Clan Of Xymox, ma anche di più recenti, come Covenant e De/Vision.
Autumn Ruins è il secondo capitolo della band, questa volta per l’etichetta WTII Records (Wax Trax II). Dall’iniziale misteriosa Ruins And Despair; poco più di un minuto per entrare nelle visioni di questi principi dell’elettronica, messaggi exsperimentali corrodono voci in sottotono turbando il nostro equilibrio, segue la monumentale Wester Rust, come una rivincita, ipnotica e romantica, enfatizzata dalla nostalgica voce di Enrico Filisetti, come carezze che ti ipnotizzano le tastiere di Ivan Savino ci sorprendono come un dono. Ed ecco Alone, un inizio serrato ci spaventa, ma poi chiudiamo gli occhi, ed è puro romanticismo, vengono alla mente Depeche Mode, ma la personalità è tanta, e finalmente si vola, su nel cielo, da dove sembrano arrivare i suoni dei Nostri. La nostalgica To The Night ci travolge con classe e decisione, la splendide tastiere di Ivan Savino si fondono con la voce di Enrico Filisetti come una danza, sublimi anche le chitarra di Daniele De Fabritiis, incisivo e preciso. Bravi. La successiva The Chosen si apre con un sound quasi tecno, siamo al centro dell’Europa, vibrazioni teutoniche ci catturano, ritmi mistico-apocalittici ci trasportano oltre. Romanticismo come arma per vincere, sintetizzatori che pulsano come il nostro cuore, dentro il nostro cuore … sono il nostro cuore. Non siamo soli, mentre il suono Blume si diffonde. Arclight è l’incrocio perfetto, quasi un inno. Plutonian Shires ci cattura con il suo tecno-pop cristallino e decadente. Freia è il suono prima della battaglia, il vortice emotivo che cattura gli eroi, nessuna paura prima di avanzare nella notte, l’amore come dolore. Gli strumenti si fondono perfettamente. It’s Your Turnè come un viaggio verso un desiderio nascosto, immagini mi avvolgono, lacrime di suono, ho perso la strada, perchè sono oltre, lontano da questo mondo. For My Lorraine chiude le notturne visioni dei Blume, uno dei miei pezzi preferiti, un new folk che vola leggero e struggente come una speranza mai rinnegata, una rivincita del cuore, bellissima. Amore, odio, paura, tensione, abbandono, ricordo, nostalgia come bellezza, catturata nella splendida immagine di copertina. Terra e cielo si confondono e si abbracciano, come il più infinito dei sogni. Grazie Blume.
Marco Pantaleone