TRASHMEN
"Surfin' Bird"
(Garrett, 1964 – Charly, 2011)
Curioso che una band di casa a Minneapolis (Minnesota), città distante circa 2.000 km dal mare, abbia rappresentato al meglio uno stile musicale che proprio da questi ha preso ispirazione a partire dal nome stesso: surf. I Trashmen, sigla venuta fuori dal titolo di un brano dell’epoca di un certo Tony Kyray, Trashmen’s Blues, erano formati da Tony Andreason (chitarra), Dal Winslow (chitarra, voce), Bob Reed (Basso) e Steve Wahrer (batteria, voce). Fu proprio quest’ultimo ad assemblare due pezzi dei Rivingstone, Papa-Oom-Mow-Mow e The Bird’s The Word rispettivamente del 1962 e del 1963 e a dar vita ad uno degli hit più ballati dell’epoca: Surfin’ Bird. Cavalcando l’onda del successo del singolo si scelse Surfin’ Bird anche come titolo per questo loro primo album uscito nel 1964 per la Garrett Records (Garrett era il titolare di un negozio di dischi in quel di Minneapolis nel cui scantinato venne registrata la prima versione del brano che piacque a tal punto al titolare da invitarli a riregistrarlo in studio finanziando il tutto), una raccolta di 16 brani tra cui ben sette cover e sette strumentali come di consuetudine in ambito surf. I Trashmen hanno ispirato molteplici artisti di area garage e addirittura punk, basti pensare che forse la band che più di tutte lo rappresenta, i Ramones, è stata la prima a coverizzare Surfin’ Bird. In effetti la loro musica è un prefetto trait d’union tra il rock and roll che aveva appena tirato le cuoia e il garage punk a venire conservando ancora quell’istinto goliardico che aveva la musica negli anni ’50 e che a breve, contaminata da problematiche sociali, diventerà meno “divertente”. Ai concerti dei nostri si ballava, i loro testi sono densi di ormoni giovanili, carichi di spensieratezza, parlano di auto, ragazze, di spiagge e sport d’acqua, pregne di deraglianti esecuzioni chitarristiche come le evoluzioni mentali di un teenager.
Dicevo rock and roll ed ecco una sfilata di brani come Henrietta di Jimmy Dee, It’s So Easy di Buddy Holly, Break-up di Jerry Lee Lewis, Walk Don’t Run di Jimmy Smith e Raw-hide di vossignoria Link Wray ad omaggiare i bei tempi “andati”. I germi sporchi e violenti del garage sono ben evidenti in Church Key e in Bird Bath dove urla e urgenza per un attimo mettono la luna davanti al sole. Non mancano brani dal timbro spagnoleggiante, come Malaguena, che hanno ispirato molto il tipico carattere “spedito” del surf, o addirittura omaggi a canzoni pescate nella notte dei tempi come l’antichissimo brano di tradizione popolare greca, Misirlou.
Surfin’ Bird sarà come mettere le “ali” durante una travolgente “gita” in tavola da surf spinti dalle onde che avanzano a colpi di rock ‘n’ roll.
Salvatore Lobosco