SYNDONE
"Odysséas"
(Fading, 2014)
Quinta release discografica per i torinesi Syndone, band dal nome volutamente pregno di misteriosa sacralità. Il loro progetto musicale prende corpo e forma nella “città della mole” (dove è appunto custodita la celebre reliquia religiosa denominata Sacra Sindone) nel lontano 1989 per iniziativa di Nik Comoglio, compositore – tastierista affiancato dal batterista Paolo Sburlati e dal bassista Fulvio Serra. “Volevamo un nome che evocasse insieme sacralità, Torino, spiritualità e solchi incisi (come un vecchio LP di vinile) così pensai a Syndone, con la “y” per differenziarlo dalla reliquia e renderlo internazionale. Il nome infatti evoca subito Torino in qualunque parte del mondo ti trovi … e questo mi piaceva” … (Nik Comoglio). La triade di musicisti dedita a sonorità decisamente progressive rock oriented incise grazie alla produzione di Beppe Crovella tastierista degli Arti e Mestieri, gli albums Spleen (1991) e Inca (1993). Dopo essersi sciolti i “nostri”, avvalendosi di una line up differente rispetto agli anni ’90, includente accanto a Comoglio i talentuosi Francesco Pinetti al vibrafono e timpani sinfonici e Riccardo Ruggeri al canto, sono brillantemente tornati in auge nel 2010 dando alle stampe il CD Melapesante , ripetendosi due anni dopo con La Bella E La Bestia. Nel 2013 vede la luce il loro progetto discografico probabilmente finora più ambizioso, a coronamento del quale si affiancano alla band notevoli “guest stars” come il drummer teutonico Marco Minnemann (ha suonato, tra gli altri, con Steven Wilson, Adrian Belew, The Aristocrats, Levin e Rudess etc.) e l’eccelso flautista britannico John Hackett, fratello di Steve Hackett celebre chitarrista dei Genesis nei seventies, accompagnato da John in passato in molti “dischi solisti” (l’ultimo è stato Genesis Revisited II, pubblicato nel 2012).
Il concept album Odysséas (pubblicato nel febbraio 2014 dalla Fading Records) ispirato comprensibilmente al poema epico greco dell’Odissea di Omero, emana segnali fascinosi e incantevoli sin dalla cover. Un digipack molto ben curato, stile mini LP, sul cui “front e back” si “staglia” mirabilmente una rappresentazione figurativa, impregnata di intima simbologia ermetica e metafisica; il quadro in questione è “A Oriente”, datato 1979, opera del maestro surrealista piemontese Lorenzo Alessandri (deceduto nel 2000) definito da Vittorio Sgarbi “Il primo surrealista italiano”. Chi scrive non può certamente fare a meno di rilevare quanto il lusinghiero percorso sonoro tracciato dai Syndone nei 50 minuti di Odysséas abbia le stimmate di un variegato, magistrale e intenso viaggio progressive rock sinfonico caratterizzato in modo predominante dai “densi” suoni vintage e analogici delle keys di Comoglio e dall’incisiva e ispirata performance vocale di Ruggeri; il “full length” affonda le proprie radici (indubbiamente con personalità, espressività ed autorevolezza) tanto in alcuni episodi del “classico” prog italico made in 70’s che evidentemente in “mostri sacri” come Emerson, Lake & Palmer, sfociando brillantemente anche in sentieri sonici “genesisiani”, quanto sporadicamente, nei frammenti musicali maggiormente visionari o jazz oriented, in bands tipo i “nostri” grandi Area. Tredici songs, tredici seducenti affreschi sonori che non potranno fare a meno di catturare l’attenzione di chi ama il rock progressivo.
Luciano De Crescenzo