CLAYTORIDE
"For His Wine And Chamber"
(La Simbiosi Dischi, 2014)
Se il rock è morto (e io mi sento poco bene, avrebbe aggiunto l’ottimo Woody Allen) i Claytoride sembra, per fortuna, non essersene accorti. La giovane band di Thiene (VI) giunge a quest’album d’esordio dopo un EP, Age Of Innocence, pubblicato nel 2012, ma soprattutto dopo una già intensa e proficua attività live, che per una rock band rimane ancora il miglior passpartù. For His Wine And Chamber è stato registrato dal vivo, in presa diretta, negli studi Prosdocimi Recording, proprio come uno dei tanti vecchi album in vinile rock & blues degli anni ’60 o ’70 e masterizzato a Los Angeles da Ronan Chris Murphy. La musica dei cinque ragazzi vicentini è un rock granitico, chitarristico e di ampio respiro.
Nei sette brani del CD, per una scarsa mezz’ora, i Claytoride dimostrano freschezza e volontà d’intenti, da Ignorance a Nothing Really Dies, ma non trascurando Ocean’s Return e le intense Time e Wine & Chamber, forse i due pezzi più riusciti del disco. I testi, leggendo le liriche riportate nel libretto interno, ci parlano di vita on the road, sogni psichedelici e amori perduti. For His Wine And Chamber è completamente cantato in inglese ed anche se il gruppo rifiuta la classificazione in generi, noi tra le note, scorgiamo, del tutto legittimamente, richiami e rimandi all’american rock contemporaneo e in particolare alla musica della band di Vedder e McCready. For His Wine And Chamber in conclusione rappresenta una buona partenza per una solida e volenterosa italian rock n’ not to roll band, ma son convinto che potranno e sapranno fare anche di meglio in futuro. Dimenticavo di dirvi che l’album è stato prodotto, promosso e distribuito dalla LSD, un nome un programma, in realtà sta per La Simbiosi Dischi. That’s all folks!
Giuliano Manzo